Kim Eric Drexler: differenze tra le versioni
(→Interviste) |
|||
Riga 3: | Riga 3: | ||
− | ==Biografia:== | + | ==Biografia:==[[Image:drexler02|right|frame|Dietz Steve]] |
Nato il 25 aprile 1955 a Oakland, in California. Ragazzo studioso, non era ben visto dai suoi coetanei. «Era il classico secchione, all’ennesima potenza». Nel 1974, matricola del Mit, presentò alla First Princeton Conference on Space Colonization una tesina sulla possibilità di scavare miniere negli asteroidi. All’epoca, sognava di fare lo scienziato aerospaziale, e di portare l’uomo sugli altri pianeti grazie ad astronavi spinte da vele solari. Ma quelli erano anche gli anni in cui nasceva l’ingegneria genetica. E Drexler, nelle molte notti in bianco passate a leggere le ricerche più recenti, iniziò a domandarsi se fosse possibile riprodurre meccanicamente l’attività biologica cellulare. Replicando le funzioni del Dna, dei ribosomi e degli enzimi con dei minuscoli dispositivi, ipotizzava, sarebbe stato possibile fare tutto ciò che fa la biologia, se non molto di più. Si sarebbe trattato di ingegneria non genetica ma molecolare, una tecnologia che avrebbe superato tutte le altre. «Mi sono accorto subito di quanto quell’intuizione fosse significativa», commenta. «Manipolando gli atomi in pattern complessi, si può ottenere tutto ciò che è fisicamente possibile». | Nato il 25 aprile 1955 a Oakland, in California. Ragazzo studioso, non era ben visto dai suoi coetanei. «Era il classico secchione, all’ennesima potenza». Nel 1974, matricola del Mit, presentò alla First Princeton Conference on Space Colonization una tesina sulla possibilità di scavare miniere negli asteroidi. All’epoca, sognava di fare lo scienziato aerospaziale, e di portare l’uomo sugli altri pianeti grazie ad astronavi spinte da vele solari. Ma quelli erano anche gli anni in cui nasceva l’ingegneria genetica. E Drexler, nelle molte notti in bianco passate a leggere le ricerche più recenti, iniziò a domandarsi se fosse possibile riprodurre meccanicamente l’attività biologica cellulare. Replicando le funzioni del Dna, dei ribosomi e degli enzimi con dei minuscoli dispositivi, ipotizzava, sarebbe stato possibile fare tutto ciò che fa la biologia, se non molto di più. Si sarebbe trattato di ingegneria non genetica ma molecolare, una tecnologia che avrebbe superato tutte le altre. «Mi sono accorto subito di quanto quell’intuizione fosse significativa», commenta. «Manipolando gli atomi in pattern complessi, si può ottenere tutto ciò che è fisicamente possibile». |
Revisione 19:09, 8 Feb 2006
Personaggio: Kim Eric Drexler
Nato il 25 aprile 1955 a Oakland, in California. Ragazzo studioso, non era ben visto dai suoi coetanei. «Era il classico secchione, all’ennesima potenza». Nel 1974, matricola del Mit, presentò alla First Princeton Conference on Space Colonization una tesina sulla possibilità di scavare miniere negli asteroidi. All’epoca, sognava di fare lo scienziato aerospaziale, e di portare l’uomo sugli altri pianeti grazie ad astronavi spinte da vele solari. Ma quelli erano anche gli anni in cui nasceva l’ingegneria genetica. E Drexler, nelle molte notti in bianco passate a leggere le ricerche più recenti, iniziò a domandarsi se fosse possibile riprodurre meccanicamente l’attività biologica cellulare. Replicando le funzioni del Dna, dei ribosomi e degli enzimi con dei minuscoli dispositivi, ipotizzava, sarebbe stato possibile fare tutto ciò che fa la biologia, se non molto di più. Si sarebbe trattato di ingegneria non genetica ma molecolare, una tecnologia che avrebbe superato tutte le altre. «Mi sono accorto subito di quanto quell’intuizione fosse significativa», commenta. «Manipolando gli atomi in pattern complessi, si può ottenere tutto ciò che è fisicamente possibile».
Sito web:
Poetica:
Ha fondato il " Nanotechnology Study Group" con lo scopo di fronteggiare le possibilità e i pericoli presentati da questa nuova materia. E' il presidente del Foresight Institute, una organizzazione educativa nata per prepararsi alle tecnologie avanzate. Nei primi anni '80 Drexler cominciò a sviluppare il modello di Von Neumann calandolo a livello atomico e molecolare. La sua macchina è un assemblatore costituito da un computer molecolare e da un costruttore molecolare. Quest' ultimo, dotato di uno o più braccia robotiche o di appositi dispositivi, è caratterizzato da due proprietà peculiari: la capacità di controllo posizionale, per un assemblaggio di precisione di atomi e molecole, è quella di avviare reazioni chimico-fisiche in corrispondenza dell'estremità dell'arto robotico, per permettere la sintesi delle strutture di interesse. Per quanto riguarda il computer molecolare di cui si parla sempre più spesso (è un sistema formato da 10.000 elementi logici - sufficienti a costituire un processore) avrebbe un ingombro contenuto nei 100 nanometri di lato. Pertanto un microcomputer potrebbe essere contenuto in un volume inferiore agli 0.001 nm³.
Opere:
Bibliografia:
Engines of Creation (1986) -Disponibile online su Engines of Creation - K. EricDrexler
Unbounding the Future (1991; with Chris Peterson and Gayle Pergamit) -Disponibile online su [http://www.foresight.org/UTF/Unbound_LBW/ Unbounding the Future: the Nanotechnology Revolution]
Nanosystems: Molecular Machinery, Manufacturing and Computation (1992)
Interviste
Nano: The Emerging Science of Nanotechnology di Ed Regis "The Creator": Intervista con Eric Drexler di Michael Berry
"The Incredible Shrinking World of Eric Drexler": Red Herring Intervista di Anthony B. Perkins