Broeckmann Andreas: differenze tra le versioni

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
 
 
(40 versioni intermedie di 9 utenti non mostrate)
Riga 1: Riga 1:
'''Brockemann Andreas''' (Transmediale,Berlino)
+
[[Image:andreas-broeckmann.jpg|right|frame|Andreas-Broeckmann]]
  
E’ di nazionalità tedesca e vive a Berlino.
+
'''Broeckmann Andreas'''
 +
Andreas Broeckmann è stato Direttore artistico della Transmediale (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino). Vive e lavora a Berlino.  
  
+
----
  
  
o Art in the electronic networks
+
== Biografia ==
http://www.medialounge.net/lounge/workspace/nettime/DOCS/zkp321/DOCS/1/25(1).htm
+
Andreas Broeckmann è l'attuale Direttore artistico della [[Transmediale]] (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino), in questi ultimi anni è stato un personaggio molto attivo per la formazione della "New Media Culture". Vive e lavora a Berlino. Ha studiato Storia dell'Arte, Sociologia e Media a Bochum (Germania), Berlino (Germania) e Norwich (Inghilterra). Ha conseguito una laurea alla "University of East Anglia, Norwich (Inghilterra) scrivendo un esteso studio circa l'uso della fotografia ritrattistica nel XIX° secolo delle scienze umane ("A Visual Economy of Individuals," 1995, non pubblicato). Ha lavorato come "project manager" al "V2_Organisatie Rotterdam (Institute for the Unstable Media)," dal 1995 al 2000, dove ha collaborato, come co-curatore, alla realizzazione di programmi per il Dutch Electronic Art Festival ed il "Next 5 Minutes": conferenze sui Media Tattici. Dal settembre del 2000 è diventato Direttore artistico della "Transmediale" (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino). Membro della [[Net art]] (Arte della Connessione) ha partecipato alla conferenza “Net.Art per se‿ tenutasi a Trieste nel 1996. Nello stesso anno partecipa alla V Cyberconferenza di Madrid con i lavori Techno Parassities e Remove the Control. Ha mantenuto il "V2_East/Syndicate mailing list" su internet nel quale distribuisce informazioni circa eventi delle arti elettroniche assieme a più di 70 artisti, attivisti e istituzioni di molti paesi Europei. Egli è un membro del "Berlin-based media association mikro," e del "European Cultural Backbone" (ECB, un network di centri multimediali).  
  
  
o L’arte nelle reti elettroniche
+
== Opere ==
o
+
http://www.medialounge.net/lounge/workspace/nettime/DOCS/zkp321/DOCS/1/25(1).htm
+
  
Data d’invio Giovedì 17 Ottobre 1996 ore 15:35:29 +0100
+
Il lavoro più importante di A. Broeckmann è la direzione artistica del Transmediale - international media art festival Berlino, dedicato all'analisi dei mutamenti sociali realizzatesi con la diffusione di Internet e delle tecnologie della comunicazione. Il festival è diviso in tre categorie principali "Interaction", "Image", "Software", e i lavori degli artisti vengono organizzati in questi tre campi fondamentali. Al termine della manifestazione vengono assegnati i premi ai vincitori di ognuno di queste categorie.Inoltre durante la manifestazione viene organizzato un forum in cui artisti e teorici dei nuovi media discutono della scena elettronica contemporanea.
 +
* [[Tactical Media/New Media Ecology]] (1995).
 +
* [[Next 5 Minutes]] (1995)
 +
* [[V2 _Organisatie Rotterdam]] - Institute for the Unstable Media  (1995)
 +
* [[Techno-parasites: bringing the machinic unconscious to life]] (1996)
 +
* [[Refresh]] (1996)
 +
* [[Transmediale]] (2000)
  
L’arte nelle reti elettroniche
+
== Musei ==
  
Andreas Broeckmann, V2_Organisation Rotterdam
+
== Bibliografia ==
+
+
Estetica di rete
+
Mi piacerebbe iniziare dal richiamare la nozione di estetica come il tema del discorso critico a proposito dell’arte. L’estetica ha preso, specialmente attraverso l‘accezione moderna di essa, una certa connotazione formale. Anche se nel discorso moderno essa non mira necessariamente alla bellezza od al sublime, in ogni caso è legata a principi artistici formali ed è direttamente connessa alla nozione dell’autonomia dell’arte.
+
Come quelle moderne concezioni che si allontano, riacquisiamo un significato dell’arte che la mostra in dialogo ed in relazione interdipendente con la scienza, la tecnologia e lo sviluppo sociale e come è storicamente determinato dobbiamo rivalutare il modo in cui particolari decisioni artistiche emergono e l’impatto che possono avere. Ciò che segue è un indagine nell’estetica dell’arte contemporanea che è sia etica e politica così come ha dimensioni formali e soggettive. Essa chiede la posizione, il vettore o la traiettoria che particolari lavori o gruppi di lavoro stanno portando avanti.
+
+
Dall’altra parte le reti elettroniche formano uno spazio pubblico con dimensioni politiche, commerciali e culturali e sarà importante per gli artisti e i media attivisti reclamare parti di questo nuovo spazio per attività indipendenti e non commerciali. Noi siamo correntemente ancora in un periodo di transizione e le vie che le reti prenderanno dipenderà in qualche modo dal come in cui le usiamo e sviluppiamo. Non dovremmo essere troppo ottimisti la larghezza di banda è correntemente venduta alle compagnie commerciali e sarà simile alla storia della televisione,ci saranno solo limitate possibilità per gli artisti e ed i creatori indipendenti di fare uso delle agevolazione che ci sono. Ma ancora dovremmo continuare ad imparare ad interpretare la rete come una macchina per produrre ed usarla in modi diversi e creativi.
+
Mi piacerebbe proporre tre parametri chiave dell’attività artistica sulle reti elettroniche: creatività collettiva, opera indipendente, e comunicazione interpersonale. Vorrei introdurre brevemente questi tre concetti e discuterli in relazione al numero di progetti di net art che, credo, sono di esempio. Questi progetti che piaccia o no dovranno essere visti come attuali, utili e sufficienti o ulteriori categorie dovranno essere sviluppate per un’adeguata analisi di questi progetti.
+
Creatività collettiva
+
+
+
+
Operatori indipendenti
+
Dietro la delegazione dell’operazione al visitatore /utente vediamo anche i progetti i cui le decisioni sul processo creativo sono delegate al computer stesso o ad altri software più o meno intelligenti, qualche volta chiamati anche knowbots. Possono organizzare attivamente certi dai che raccolgono ed ordinano in accordo con le regole che gli sono state date. Inoltre ci sono dei computer operanti che imparano dai risultati della loro stessa attività dal loro ambiente o dal loro agire. Per gli artisti questi computer operanti posero il cambiamento di comportamento del sistema che prenderà decisioni definitive in processi che sono non intuitivi e non intenzionali., entrambi sono categorie cruciali nella moderna interpretazione dell’arte. Queste questioni sono proposte dal progetto Tierra iniziato da Tom Ray che testa il confine disciplinare tra l’informatica e la biologia. Ray escogitò un piccolo e semplice pezzo di codice di computer che, in accordo con lui, agisce come un organismo artificiale e che esiste in un ambiente digitale come internet dove possono muoversi intorno uccidersi a vicenda ma anche procreare e perciò sviluppare nuovi e più complessi e più autosufficienti forme di vita artificiale. così un tipo di processo evolutivo è partito fra questi organismi che possono condurci verso forme di vita digitale inimmaginabili. Il progetto è interessante per la comunità d’arte elettronica perché esso determina la relazione critica tra l’uomo e la macchina, tra azione umana e l’abilita di far partire processi generativi che non dipendono più dall’intervento umano.
+
Come una categoria estetica, l’operato indipendente si relaziona a progetti che usano l’intelligenza artificiale o la vita artificiale, o entrambe simultaneamente, che sembrano determinate dall’operato delle macchine telematiche indipendentemente dall’intervento umano- E’ discutibile, se questo può essere descritto come una forma di autonomia, o se il fatto che l’operato sia ancora programmato dagli uomini la rende dipendente, è essa stressa esteticizzata che significa che una qualità estetica o l’abbondanza deriva dall’impressione di una macchina che agisce indipendentemente.
+
Comunicazioni interpersonali
+
La posta elettronica gioca, dai primi giorni della Rete, un ruolo importante come mezzo di comunicazione per uno scambio informale tra la comunità scientifica, un ruolo che continua ad avere tra la prima e la seconda generazione di utenti della rete. Molte persone della comunità artistica hanno avuto il loro primo approccio attraverso una delle reti locali, come il Bulletin board system (BBS), che un semplice modo per piccoli gruppi locali di connettersi, scambiarsi informazioni e discutere su argomenti più o meno utili. Internet continua ad avere come uno dei suoi importanti compiti di far nascere o di far aumentare la comunicazione tra persone reali con corpi reali. Questo è un punto importante da fare perché alcune delle visioni dei futurologi sembrano implicare che tutti esisteremo presto nel cyberspazio come avatars senza soggetto, piuttosto che le persone nel mondo che qualche volta vanno online. La rete forma un canale per la comunicazione tra persone collegando il tempo in cui non siamo insieme nello stesso luogo. Essa connette anche le persone che non si incontreranno mai, e qualche partecipante ai gruppi di discussione sono andati on record descrivendo come la vita reale si incontra con le loro discussioni online, partner ed amici furono più che in disaccordo. Ancora, rimane un forte desiderio per le persone di avere qualche incontro, e io ho un sentore che la qualità della vita reale , incontri fisici non andranno lontano così tanto come i nostri corpi sono le macchine desideranti che essi sono.
+
+
I progetti di netart
+
Chiedere cos’è che gli artisti stanno facendo sulle reti elettroniche è una domanda impossibile. E’ quasi come pensare che tu stia chiedendo cosa succeda nella scena delle gallerie d’arte internazionale dove ci sono gallerie indipendenti e commerciali, pittori e scultori, artisti concettuali e performer di ogni denominazione. Ho scelto di parlare di una piccola selezione di lavori che possono dare l’idea del range di possibilità che esistono, e forse anche di qualcuna delle limitazioni. Vedrò qualche sito sul web e li discuterò in relazione alle categorie già delineate
+
+
Il Daniela Alina Plewe’s project Muser's Service è stato online nel WWW sin dal Novembre 1995. E’ una struttura di rete basata sul computer di concetti ed associazioni che sono intercollegate ad una grande varietà di operazioni logiche. Gli utenti possono aggiungere nuovi concetti al reticolato archivio, specificare le loro proprietà e definire i collegamenti tra concetti nuovi o già esistenti L’imput iniziale degli artisti e dei primi utenti si è progressivamente esteso e il servizio rappresenta ora una struttura complessa che l’utente può disegnare per un riflessiva sessione aiutata dal computer.
+
Una richiesta al servizio è supportata da una semplice interfaccia che chiede all’utente di fare le scelte necessarie: cos’è il concetto di partenza (per esempio la civilizzazione) cos’è l’obbiettivo (per esempio la passione) e quali sono i metodi preferiti di associazione (per esempio la congiunzione, la disgiunzione, l’identità, la rima, la convenzione). Il processo del computer li richiede e, dopo pochi secondi, salta fuori con un testo che rappresenta una possibile traccia attraverso la struttura di rete dei concetti e dei competenti collegamenti. Il testo risultante è basato su una semplice, rimossa sintassi che offre una serie di predicati così come collegamenti sorpresa di concetti che attraverso la traccia selezionata.
+
Il Muser’s service usa la rete come una forma di accesso e come uno strumento per creare strutture associative transpersonali, E’ perciò collegata alla nozione di creatività collettiva così come all’operato indipendente del computer. Il computer registra ed organizza le informazioni sulle associazioni in un modo pre-programmato che non è controllabile dall’utente perciò il suo imput (di lei o di lui) contribuisce in maniera cruciale all’attuale conformazione del concetto di lavoro di rete. Il Muser’s service produce un risultato che è , allo stesso tempo, il risultato di un’operazione algoritmica e basato su un’intuizione collettiva degli utenti.
+
Un collisione similare di macchine ed azione umana su di un lato, e la creatività collettiva da un altro, è articolata da seiko Mikami’s Molecular clinic, un progetto che chiede agli utenti di collezionare molecole artificiali da un sito che le mostra in un ambiente virtuale di larga complessità visuale ed organica. Insieme alle molecole ogni utente può scaricare software che permette una deliberata manipolazione delle molecole collezionate. Come le molecole sono rilasciate ambiente virtuale iniziano a comportarsi in un nuovo modo in accordo alle proprietà recentemente acquisite attraverso la manipolazione, creando nuove forme e configurazioni organiche artificiali.
+
Il progetto inglese Technosphere ha un approccio comparabile alla relazione tra l’uomo e la macchina, ma aggiunge una dimensione forte di interazione sociale e di impegno personale che non gioca un ruolo nel Molecular clinic. Technospere offre agli utenti la possibilità di creare in piccolo un animale virtuale che è equipaggiato con certe proprietà pseudo-biologiche e che, dopo che è stato creato e contrassegnato con l’indirizzo email del creatore rilasciato in un ambiente virtuale dove inizia ad interagire con altri animali virtuali. L’interazione di queste esosfere artificiali non può essere influenzata dall’utente, ma è determinata da algoritmi che simulano funzioni come il mangiare, l’accoppiarsi il procreare il cacciare, il fuggire, l’uccidere ed il morire.
+
+
+
La questione è più apparente nel processon Crossing che Satcey Spiegel e Rodney Hoinkes hanno presentato nel simulatore Rotterdam Harbour nel novembre del 1995. Usando l’ambiente virtuale a 360 gradi del simulatore di Harbour, hanno costruito la rappresentazione di un mondo tridimensionale che è inteso come una metafora visualizzativa o spaziale per il WWW. Stando sulla piattaforma del simulatore con un gruppo di persone, uno stava navigando attraverso uno spazio virtuale in cui uno potrebbe visitare i siti web selezionati guidando la nave virtuale dentro la loro rappresentazione. Il risultato fu un’esperienza alquanto sublime ed altamente evocativa di qualcosa che potrebbe essere afferrato fortemente in uno spazio fisico e navigando attraverso uno spazio virtuale che ti porta verso un sito web reale contenente informazioni digitali verso ciò che devi riferire non solo sullo schermo di un computer, ma in un intorno che circonda. La referenza in questo lavoro, come in qualche altro, alla nozione del sublime non può essere un accidente. Mentre nel diciottesimo e diciannovesimo secolo gli effetti romantici dei paesaggi pitturati o del sublime furono usati per esprimere la relazione problematica tra gli uomini e la natura, ultimamente un’esperienza di alienazione, questo potrebbe essere ora trasposto verso la relazione non risolta tra gli uomini e i loro strumenti tecnici e gli ambienti.
+
Un progetto che si rivelò per investigare questioni antropologiche a proposito la profetica funzione della tecnologia negli ambienti naturali è l’uovo di Internet del gruppo di artisti Netband. L’idea è costruire un’installazione robotica in cui da uovo reale può essere covato un pollo che viene fuori dall’uovo può essere portata con se e custodita meccanicamente. L’installazione robotica può essere solo controllata da internet dove gli utenti hanno varie opportunità di interfacciarsi e comunicare con il pollo. Il progetto pone la questione non solo se è possibile creare un ambiente completamente automatizzato, controllato in un ambiente remoto per un essere umano, ma anche, ed in maniera più cruciale qual è la relazione tra l’essere vivente e la macchina, quale operazione mediata è, e se un senso di responsabilità emergerà negli utenti che sono attualmente responsabili della sopravvivenza e del buon andamento del pollo
+
+
  
hyperlinking
+
* [[Tactical Media/New Media Ecology]] (1995). * A Translogical Meshwork of Thoughts Exh. cat.  
Renga: http://renga.ntticc.or.jp/hub.htm
+
*'Geben und Nehmen', Plueschow, 1996.  
AIDS Coperta: http://www.aidscoperta.org/
+
* [[Techno-parasites: bringing the machinic unconscious to life]] (1996, with Erik Hobijn),
Tierra: http://www.hip.atr.co.jp/~ray/tierra/tierra.html
+
*'Composite Subjects.' Exh. cat. 'Radikale Bilder', Fototriennale Graz, 1996.  
WBI: http://www.westbank.org/cgi-bin/westbank?Smoke/CWBH/home.html
+
*'[[Net.Art, machines, and parasites]]' Cat. WRO 97, Wroclaw 1997.  
Idea Futures: http://if.arc.ab.ca/IF.shtml
+
*'Medienoekologie und Aesthetik der Heterogenese.' In: nettime (ed): Netzkritik. Berlin: ID ARchiv,1997
Siberian Deal: http://www.t0.or.at/~siberian
+
* [[Towards an aesthetics of heterogenesis]] In: Convergence, Summer 1997 (forthcoming).  
Muser’s Service: http://domini.zkm.de/muser.html
+
*'Small Eastern Media Normality.' In: Syndicate Reader, Ostranenie 1997
Molecular Clinic: http://202.33.36.83/molecular_clinic/artlab_bionet/
+
Technosphere:http://194.80.30.14/technosphere/index.html
+
DWTKS: http://www.v2.nl:80/n5m/people/krcf.html
+
Crossings: http://www.v2.nl/DEAF/exposition/crossings.html
+
Egg of the Internet: http://www.Desk.nl/~netband
+
V2_Organisation: http://www.v2.nl/
+
V2_East: http://www.v2.nl/east/east.html
+
Next 5 Minutes: http://www.dds.nl/n5m/
+
Tactical Media / New Media Ecology: http://www.v2.nl/n5m/texts/abroeck.html
+
Rotterdam, 17 October 1996
+
  
 +
== Sito web==
 +
http://www.v2.nl
  
 +
http://www.transmediale.de]
  
 
  
Sei online?
+
== Poetica ==
Presenza e partecipazione nella Network Art.
+
  
Fin dall’inizio del 1997 molta gente ha avuto la forte sensazione che questo sarebbe stato l’Anno della Net. Art e che dopo una breve estate gli artisti avrebbero cercato nuove sfide o avrebbero cercato di sfruttare ciò che sarebbe stato probabilmente gradito per un pubblico più ampio e pertanto si sarebbero sempre più , l’anno scorso osservatori interessati poterono essere testimoni  e  partecipare a discussioni estese online sui contesti tecnologici e artistico-storici da cui la Net. Art era emersa; discussero animatamente sul fatto che fosse pretenzioso, divertente o raffinato parlare di Net. Art , il punto divenne l’oggetto di calorose discussioni; incontri internazionali dai quali la futura storia del movimento Net. Art sarebbe stata definita e scomposta. La presenza di alcuni degli eroi e delle eroine del gruppo di artisti (che insistevano di non essere definiti né un movimento e neppure un gruppo, soprattutto perché nessuno voleva essere coinvolto nel crollo atteso dell’etichetta Net. Art) nelle maggiori mostre internazionali e ai festival di media art, era guardata con orgoglio collettivo ed invidia individuale.  
+
L’ autore porta avanti vari assunti teorici nelle sue opere. In primo luogo espone la possibilità che la Net art, movimento artistico instabile e in continuo cambiamento, possa essere descritto attraverso la metafora dei Tecno-parassiti. Il termine è stato coniato per la prima volta da Erik Hobijn e definisce alcune caratteristiche principali: in primo luogo devono per forza essere ospitati da un host per poter sopravvivere e di conseguenza i loro spostamenti sono sempre da un host all’ altro ( “ il loro fuori è sempre l’ interno di qualcos’altro “ ); inoltre per poter trarre energia e risorse dal sistema in cui si trovano instaurano una serie di relazioni con altre relazioni, cioè non hanno una connessione diretta con l’ host che li ospita; generano sempre una serie di anomalie di disturbi, più o meno accentuati, all’ interno del sistema. La Net Art ha molti similitudini con gli aspetti sopra descritti: in primo luogo ha uno stretto rapporto con il dispositivo tecnologico; produce una certa irritazione a quella razionalità e funzionalità del sistema in cui si muove; la trasgressione dei sistemi simbolici che usa nei suoi siti e infine il fatto che, come il parassita non ha fissa dimora, le homepage dei net-artisti sono tutte dominate da altri link a altre pagine, in altre parole non esiste un unico logo, un unico simbolo che li identifichi ma esistono tutta una serie di strade, una moltitudine di volti che costituisce la comunità dei net-artisti. Si sta assistendo a una distribuzione delle potenzialità dei vari autori, non alla dissoluzione dei confini, dimenticando chi è l’host e chi è il guest. Un altro assunto fondamentale riguarda il 'machinic' aesthetics of media art. Secondo l’autore con l’introduzione di nuovi media, quali internet, gli artisti devono riconsiderare il rapporto con le nuove tecnologie e quale sia il modo migliore per poter portare avanti idee, strategie all’ interno del nuovo ambiente che gli si presenta davanti. Studiando i nuovi progetti artistici si è osservato che si sta avendo un passaggio dall’ estetica della rappresentazione a quella della interazione: il concetto fondamentale dell’ estetica non è più l’ immagine, la rappresentazione e l’ intenzione, ma bensi’ l’ interconnettività e l’ interazione. La creazione artistica non è più diretta alla creazione di oggetti, ma allo sviluppo di organismi in rete, di un metodo di condotta condiviso, di una conoscenza condivisa e nel caso più estremo di un metabolismo connesso con l’a apparato tecnologico.  
  
 
  
È ovvio che, in un ambiente culturale prevalentemente tardo-modernista, il secondo modello più purista dell’arte nella rete fu favorito da molti. .
+
== Webliografia ==
 +
Rachel Baker - http://www.irational.org/rachel/
  
La peggior cosa che un curatore può fare è di creare una lista di collegamenti di siti selezionati, metterli sulle pagine web del festival o della mostra, non pagare agli artisti un compenso  (usando il pretesto che i loro progetti sono online e pertanto sono comunque disponibili) e poi mettere una serie di computer online in qualche posto nella mostra dove il pubblico può guardare i progetti e navigare nel WWW liberamente. Il secondo punto – accesso temporaneo gratuito in Internet – è probabilmente l’unico aspetto positivo di questo tipo di installazione. Una variante di questo pessimo scenario  fu la parte-WWW della mostra d’arte Documenta X a Kassel/Germania nel 1997 dove gli artisti furono pagati, ma i progetti furono gestiti offline e in un triste grigio e bianco pseudo luogo di lavoro. Fate questo se volete impedire al vostro pubblico di capire che cosa sia la network Art.  
+
Cybercafe (Heath Bunting a.o.) - http://www.irational.org
  
L’ambiente Open X del festival di Ars Electronica del ’97 a Linz fu un tentativo più creativo e più audace di trattare le difficoltà di presentare la Net. Art nell’ambito di un festival. D’ora in avanti userò  il termine Net. Art in un senso più ampio, intendendo pratiche artistiche basate su Internet, da progetti basati su WWW ed esperimenti live-audio, fino a progetti di comunicazione che usano IRC (Internet Relay Chat), FTP (File Transfert Protocol), Telnet, e altri protocolli Internet. Più di dieci differenti progetti online furono invitati ad operare sul mezzanino del Linz Design Center durante il festival, e per una settimana circa cinquanta persone trascorsero lunghi giorni e serate sulle loro isole di tavoli e terminali in questo arcipelago localizzato di creatività network. Molte delle persone impegnate nei diversi progetti si conoscevano  ed avevano già lavorato insieme prima ed ora veniva data loro l’unica opportunità di essere in grado di fare ciò che essi hanno sempre fatto in stretta vicinanza fisica: comunicare, indagare, scrivere, programmare e progettare nella rete.  
+
E-L AT b (Rasa Smite, Raitis Smits, Jaanis Garanc, a.o.) -
  
L’Open X fu pertanto quasi una rappresentazione 1:1 della situazione in cui la Net. Art viene creata ogni giorno. Gli artisti, che qualche volta si conoscono di persona e qualche volta no, lavorano insieme in piccole comunità che si sovrappongono con altre comunità simili. Più comunicazione e potenziale creativo deriva dai contatti fra questi gruppi, dalla reciproca contaminazione e trasformazione garantita. In pratica, questo concetto ha funzionato solo in parte. La rimappatura  di un assemblaggio traslocale in una collocazione localizzata ha mostrato sia vantaggi che svantaggi per la  cooperazione fra gli artisti.  La maggior parte del potenziale della situazione non si è realizzata, forse a causa delle opportunità poco famigliari, certamente a causa della mancanza di tempo durante i brevi cinque giorni del festival,  gli artisti se ne sono andati via piuttosto storditi e confusi come dopo una corsa sulle montagne russe.
+
http://www.parks.lv/home/E-Lab/
+
Sebbene queste siano le complicazioni della cooperazione on/off line, un problema cruciale della esibizione della network art è la relazione degli artisti o i produttori ed il pubblico. Come si è lasciato intendere prima, in che modo è possibile mostrare l’esperienza elettrizzante dell’art online ad un curioso visitatore esterno?  Alcuni dei partecipanti di Open X erano ancora sotto shock dall’esperienza di documenta X  quell’estate, dove la Hybrid Workspace della Biennale di Berlino aveva offerto a Kassels Orangerie un workshop media culturale di 100 giorni per diversi gruppi internazionali. La Hybrid Workspace era un ambiente di lavoro flessibile, multi-funzionale, e più di una  dozzina di laboratori  furono un gran successo con molti buoni risultati. Tuttavia,  come è possibile occuparsi di un migliaio o più di visitatori che arrivano ogni giorno e che vogliono comprendere l’arte? A Kassel, fu veramente difficile persino iniziare a comunicare al pubblico i contenuti dei laboratori, data la scarsa attenzione degli affaticati visitatori.
+
  
A differenza dell’Hybrid Workspace, Open X aveva un pubblico più ridotto e probabilmente più abituato all’attività online, con molti visitatori che avevano già le loro proprie e diffuse esperienze con il network. Tuttavia i partecipanti di entrambi i progetti trovarono difficile riconciliare il desiderio di lavorare insieme nel workshop, con la necessità di rappresentare il lavoro ad una audience più ampia. Alcuni erano migliori in questo rispetto ad altri, specialmente coloro che erano abituati a trattare temi e strategie  in forma di promozioni.
+
Jodi (Jodi) - http://www.jodi.org
Ma pochi artisti furono felici del fatto che l’elaborazione del loro lavoro fosse messa in mostra come se fosse una rappresentazione dell’attività dell’artista.  Ciò che essi normalmente facevano sui loro terminali a casa o nel loro studio non solo cambiò significativamente attraverso l’inaspettata vicinanza fisica con gli altri artisti, ma fu anche messo in mostra in un modo inconsueto. La presenza effettiva e il confronto diretto normalmente non entrano in gioco nella Net. Art, grandi parti del net sono una miscellanea di spazi privati distribuiti piuttosto che di spazi pubblici.  
+
  
+
Olia Lialina - http://www.cityline.ru/~olialia
-casting, e =46M broadcasting, clubs, magazines, stickers, ecc. nei quali gli spazi reali e i media continuamente si sovrappongono e si fondono.  
+
  
(spazio virtuale) può essere frainteso poiché esso richiama l’associazione dello spazio euclideo, spazio tridimensionale che incapsula queste differenti funzioni. Invece, occorre ricordare che stiamo parlando di dati digitali che vengono immessi in circolazione in una infrastruttura network di computer, cavi e dispositivi wireless.  
+
Ljudmila (Vuk Cosic, Luka Frelih, a.o.; incl. NAPS) - http://www.ljudmila.org
) della rete è una topologia multidimensionale continuamente in trasformazione piuttosto che un panorama  con un orizzonte. Vale la pena segnalare che c’è ora un numero crescente di studi e di progetti che cercano di descrivere o mappare questo “data-. Questi progetti rimangono, comunque, limitati dalla struttura tridimensionale. Anche se questa tridimensionalità fosse aggiornata con collegamenti e morfismi, rimane incapace di catturare le complessità delle topologie del network.  
+
  
Benché la rete sia  un mezzo esteso ed eterogeneo per la comunicazione fra persone, a computer che si scambiano grandi quantità di dati di controllo e di coordinamento ad una velocità quasi imperscrutabile.
+
Moscow WWWart Centre (Alexei Shulgin, a.o.) - http://sunsite.cs.msu.su/wwwart
Per avere un’idea di  questa vastità di comunicazione, occorre studiare  l’intero information path (percorso dell’informazione) di qualsiasi messaggio E-Mail: /O/D’s Web Stalker che esplora i  collegamenti delle pagine WWW, mostra il loro codice HTML mentre l’agente Stalker analizza le pagine e mappa la struttura ipertestuale con grafici chiari ed evocativi, favorendo una visione sorprendente della parte nascosta del Web. Il livello di potere simbolico,  economico, politico, di cui questa infrastruttura tecno-topologica della rete è stata investita, sia in modo palese che celato, è stato esposto criticamente dal progetto Name Space di Paul Garrin.
+
Ciononostante quanto più precisi sono i progetti in senso tecnico, tanto più appaiono esoterici a coloro che non conoscono il modo di leggere cifre e lettere.  
+
  
 +
NetLab (Pit Schultz a.o.) - http://cocoa.is.in-berlin.de/~netlab/
  
Ovviamente la rete è anche un’ “image-(spazio virtuale di immagini) -. È importante che il WWW sia un mezzo abbastanza semplice di pubblicazione che consenta a tante persone di mostrare la propria merce. Ma cosa accadrebbe se  nessuno volesse divenire un attivo partecipante? Cosa accadrebbe se nessuno volesse immettersi online?
+
Techno-Parasites (Erik Hobijn) - http://www.kombinat.de/~Parasites
  
-. .  
+
Net.Art conference - http://www.irational.org/cybercafe/backspace/
  
Quanto detto sopra non è senza dubbio un’analisi esaustiva di ciò che è Internet. Commercio, game playing, scommesse, trasmissioni di testi, suoni e immagini, tutti questi aspetti  sono prominenti nella rete. Il WWW è un ambiente intermediale  che supporta o fornisce  accesso  ad alcune di queste diverse funzioni. Ciò che rende la network Art interessante attualmente, comunque, sta avvenendo al di là del WWW. La decisione della  Net Jury del Prix 1998 Ars Electronica mostra ciò,  avendo selezionato tre progetti per i premi che non sono primariamente progetti WWW.  
+
Nettime - http://www.desk.nl/~nettime
  
L’esperienza della Net. Art è strettamente legata con la presenza online e con una partecipazione attiva nel processo creativo, sia nel caso che questa sia localizzata primariamente in una macchina sia che si trovi in una comunità connessa in rete. Per riformulare la precedente esposizione: un problema fondamentale dell’esposizione della network Art è che non c’è distinzione tra gli artisti e il pubblico, tra la produzione e la fruizione. Si percepisce attraverso il senso di appartenenza, si produce ricevendo. La Net. Art è online, ed è per coloro che sono online.  
+
Refresh - (multiple entrances; a.o.:) http://www.v2.nl/east/fresh.html
  
 
  
 
  
Il problema di come introdurre  la network Art e di come articolare la presenza e la partecipazione online, può così essere posto a due livelli. Uno è quello con collegamento di  diverse forme di esperienze online, ? (Lisa Haskel). Nella prassi dei curatori, questo significa che deve essere posta più enfasi sull’interfaccia, insieme  alla rappresentazione o la pratica critica che formano il contenuto di  progetti di network Art. L’interfaccia è sia il luogo sia lo strumento dove le forze di un campo intermedio convergono, e che può essere sviluppata come un campo di mediazione, e un campo di argomentazione. Presenza e partecipazione possono essere favorite per mezzo dello sviluppo di interfacce ibride, plurali e permeabili che si intersecano attraverso zone di esperienze mediate e reali, che implicano diverse audience e che facilitano forme di divenire online che sono nello stesso tempo modi di divenire pubblico.
+
 
 +
Inoltre:
 +
 
 +
http:// www.nettime.org
 +
 
 +
http://www.transmediale.de
 +
 
 +
http://www.v2.nl
 +
 
 +
http:// www.next5minutes.org
 +
 
 +
http://1.ncc.mur.at/person_broeckmann_bio_aa_e.shtml
 +
 
 +
http://www.v2.nl/abroeck/
 +
 
 +
http://www.x-arn.org/w3/AndreasBroeckmann
 +
 
 +
http://mitpress2.mit.edu/e-journals/Leonardo/ldr_bios/Andreas_Broeckmann2001.html
 +
 
 +
http://wrocenter.pl/biennale/wro03/symposium/participants/andreas_broeckmann-en.html
 +
 
 +
http://www.olats.org/projetpart/artmedia/2002eng/te_aBroeckmann.html
 +
 
 +
http://1.ncc.mur.at/person_broeckmann_bio_aa_e.shtml
 +
 
 +
http://www.arte-tv.com/de/kunst-musik/kultur-digital/Transmediale04/353638,CmC=353654.html
 +
 
 +
http://www.kunstradio.at/BIOS/broeckmannbio.html
 +
 
 +
http://www.fundacion.telefonica.com/at/ehobijn.html
 +
 
 +
http://www.transmediale.de/01/en/p_broeckmann.htm
 +
 
 +
http://www.oliverwhitehead.net/mindandrea.html
 +
 
 +
http://info.interactivist.net/article.pl?sid=03/09/10/1354233&mode=nested&tid=2
 +
 
 +
http://www.goethe.de/ins/ca/tor/ver/flm/en163275.htm
 +
 
 +
http://www.cfront.org/cf00book/en/andreas-channels-en.html
 +
 
 +
http://www.medienturm.at/mt/stories/storyReader$1624
 +
 
 +
http://www.kuda.org/e_brokmann.htm
 +
 
 +
http://www.da-da-net.ru/98/j2.htm
 +
 
 +
http://wrocenter.pl/biennale/wro2k/html/bio_abroeckmann_pl.html
 +
 
 +
http://www.uoc.edu/artnodes/eng/art/broeckmann0902/broeckmann0902.html
 +
 
 +
[[categoria:Broeckmann Andreas]]
 +
[[Categoria:scheda]]
 +
[[Categoria:Berlino]]
 +
[[Categoria:Germania]]
 +
[[Categoria:Europa]]
 +
[[Categoria:teorie]]
 +
[[Categoria:media]]
 +
[[Categoria:Arte delle reti]]
 +
[[Categoria:Net art]]
 +
[[Categoria:Arte e scienza]]
 +
[[Categoria:Media art]]
 +
[[Categoria:Arte digitale]]
 +
[[Categoria:Computer art]]
 +
[[Categoria:Realtà virtuali]]
 +
[[Categoria:Arte e tecnologia]]

Versione attuale delle 11:30, 23 Giu 2011

Andreas-Broeckmann

Broeckmann Andreas Andreas Broeckmann è stato Direttore artistico della Transmediale (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino). Vive e lavora a Berlino.



Biografia

Andreas Broeckmann è l'attuale Direttore artistico della Transmediale (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino), in questi ultimi anni è stato un personaggio molto attivo per la formazione della "New Media Culture". Vive e lavora a Berlino. Ha studiato Storia dell'Arte, Sociologia e Media a Bochum (Germania), Berlino (Germania) e Norwich (Inghilterra). Ha conseguito una laurea alla "University of East Anglia, Norwich (Inghilterra) scrivendo un esteso studio circa l'uso della fotografia ritrattistica nel XIX° secolo delle scienze umane ("A Visual Economy of Individuals," 1995, non pubblicato). Ha lavorato come "project manager" al "V2_Organisatie Rotterdam (Institute for the Unstable Media)," dal 1995 al 2000, dove ha collaborato, come co-curatore, alla realizzazione di programmi per il Dutch Electronic Art Festival ed il "Next 5 Minutes": conferenze sui Media Tattici. Dal settembre del 2000 è diventato Direttore artistico della "Transmediale" (festival internazionale dell'arte dei media di Berlino). Membro della Net art (Arte della Connessione) ha partecipato alla conferenza “Net.Art per se‿ tenutasi a Trieste nel 1996. Nello stesso anno partecipa alla V Cyberconferenza di Madrid con i lavori Techno Parassities e Remove the Control. Ha mantenuto il "V2_East/Syndicate mailing list" su internet nel quale distribuisce informazioni circa eventi delle arti elettroniche assieme a più di 70 artisti, attivisti e istituzioni di molti paesi Europei. Egli è un membro del "Berlin-based media association mikro," e del "European Cultural Backbone" (ECB, un network di centri multimediali).


Opere

Il lavoro più importante di A. Broeckmann è la direzione artistica del Transmediale - international media art festival Berlino, dedicato all'analisi dei mutamenti sociali realizzatesi con la diffusione di Internet e delle tecnologie della comunicazione. Il festival è diviso in tre categorie principali "Interaction", "Image", "Software", e i lavori degli artisti vengono organizzati in questi tre campi fondamentali. Al termine della manifestazione vengono assegnati i premi ai vincitori di ognuno di queste categorie.Inoltre durante la manifestazione viene organizzato un forum in cui artisti e teorici dei nuovi media discutono della scena elettronica contemporanea.

Musei

Bibliografia

Sito web

http://www.v2.nl

http://www.transmediale.de]


Poetica

L’ autore porta avanti vari assunti teorici nelle sue opere. In primo luogo espone la possibilità che la Net art, movimento artistico instabile e in continuo cambiamento, possa essere descritto attraverso la metafora dei Tecno-parassiti. Il termine è stato coniato per la prima volta da Erik Hobijn e definisce alcune caratteristiche principali: in primo luogo devono per forza essere ospitati da un host per poter sopravvivere e di conseguenza i loro spostamenti sono sempre da un host all’ altro ( “ il loro fuori è sempre l’ interno di qualcos’altro “ ); inoltre per poter trarre energia e risorse dal sistema in cui si trovano instaurano una serie di relazioni con altre relazioni, cioè non hanno una connessione diretta con l’ host che li ospita; generano sempre una serie di anomalie di disturbi, più o meno accentuati, all’ interno del sistema. La Net Art ha molti similitudini con gli aspetti sopra descritti: in primo luogo ha uno stretto rapporto con il dispositivo tecnologico; produce una certa irritazione a quella razionalità e funzionalità del sistema in cui si muove; la trasgressione dei sistemi simbolici che usa nei suoi siti e infine il fatto che, come il parassita non ha fissa dimora, le homepage dei net-artisti sono tutte dominate da altri link a altre pagine, in altre parole non esiste un unico logo, un unico simbolo che li identifichi ma esistono tutta una serie di strade, una moltitudine di volti che costituisce la comunità dei net-artisti. Si sta assistendo a una distribuzione delle potenzialità dei vari autori, non alla dissoluzione dei confini, dimenticando chi è l’host e chi è il guest. Un altro assunto fondamentale riguarda il 'machinic' aesthetics of media art. Secondo l’autore con l’introduzione di nuovi media, quali internet, gli artisti devono riconsiderare il rapporto con le nuove tecnologie e quale sia il modo migliore per poter portare avanti idee, strategie all’ interno del nuovo ambiente che gli si presenta davanti. Studiando i nuovi progetti artistici si è osservato che si sta avendo un passaggio dall’ estetica della rappresentazione a quella della interazione: il concetto fondamentale dell’ estetica non è più l’ immagine, la rappresentazione e l’ intenzione, ma bensi’ l’ interconnettività e l’ interazione. La creazione artistica non è più diretta alla creazione di oggetti, ma allo sviluppo di organismi in rete, di un metodo di condotta condiviso, di una conoscenza condivisa e nel caso più estremo di un metabolismo connesso con l’a apparato tecnologico.


Webliografia

Rachel Baker - http://www.irational.org/rachel/

Cybercafe (Heath Bunting a.o.) - http://www.irational.org

E-L AT b (Rasa Smite, Raitis Smits, Jaanis Garanc, a.o.) -

http://www.parks.lv/home/E-Lab/

Jodi (Jodi) - http://www.jodi.org

Olia Lialina - http://www.cityline.ru/~olialia

Ljudmila (Vuk Cosic, Luka Frelih, a.o.; incl. NAPS) - http://www.ljudmila.org

Moscow WWWart Centre (Alexei Shulgin, a.o.) - http://sunsite.cs.msu.su/wwwart

NetLab (Pit Schultz a.o.) - http://cocoa.is.in-berlin.de/~netlab/

Techno-Parasites (Erik Hobijn) - http://www.kombinat.de/~Parasites

Net.Art conference - http://www.irational.org/cybercafe/backspace/

Nettime - http://www.desk.nl/~nettime

Refresh - (multiple entrances; a.o.:) http://www.v2.nl/east/fresh.html



Inoltre:

http:// www.nettime.org

http://www.transmediale.de

http://www.v2.nl

http:// www.next5minutes.org

http://1.ncc.mur.at/person_broeckmann_bio_aa_e.shtml

http://www.v2.nl/abroeck/

http://www.x-arn.org/w3/AndreasBroeckmann

http://mitpress2.mit.edu/e-journals/Leonardo/ldr_bios/Andreas_Broeckmann2001.html

http://wrocenter.pl/biennale/wro03/symposium/participants/andreas_broeckmann-en.html

http://www.olats.org/projetpart/artmedia/2002eng/te_aBroeckmann.html

http://1.ncc.mur.at/person_broeckmann_bio_aa_e.shtml

http://www.arte-tv.com/de/kunst-musik/kultur-digital/Transmediale04/353638,CmC=353654.html

http://www.kunstradio.at/BIOS/broeckmannbio.html

http://www.fundacion.telefonica.com/at/ehobijn.html

http://www.transmediale.de/01/en/p_broeckmann.htm

http://www.oliverwhitehead.net/mindandrea.html

http://info.interactivist.net/article.pl?sid=03/09/10/1354233&mode=nested&tid=2

http://www.goethe.de/ins/ca/tor/ver/flm/en163275.htm

http://www.cfront.org/cf00book/en/andreas-channels-en.html

http://www.medienturm.at/mt/stories/storyReader$1624

http://www.kuda.org/e_brokmann.htm

http://www.da-da-net.ru/98/j2.htm

http://wrocenter.pl/biennale/wro2k/html/bio_abroeckmann_pl.html

http://www.uoc.edu/artnodes/eng/art/broeckmann0902/broeckmann0902.html