Loeffler Carl Eugene: differenze tra le versioni

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'''Loeffler Carl Eugene'''
 
'''Loeffler Carl Eugene'''
, organizzatore e ricercatore, fu uno dei primi a partecipare a progetti di [[comunicazione]] ed a gestire l’organizzazione di artisti; iniziò con La Mamelle, un importante centro di artisti a San Francisco conosciuto poi come Art Com. Art Com fu anche una pubblicazione: ACEN (ArtCom Electronic Network).  
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, organizzatore e ricercatore, fu uno dei primi a partecipare a progetti di [[comunicazione]] ed a gestire l’organizzazione di artisti; iniziò con La Mamelle, un importante centro di artisti a San Francisco conosciuto poi come Art Com. Art Com fu anche una pubblicazione: [[Art Com Electronic Network]] (ACEN).  
 
Carl Loeffler e La Mamelle oraganizzarono la – Conferenza sull’uso delle telecomunicazioni per gli Artisti – al MoMa di San Francisco nel 1980; nei primi anni novanta insegnò all’Università di Carnegie Mellon, Pittsburgh, nello Studio per Inchiesta creativa, lavorando per molto tempo con il suo collaboratore Fred Truck sui primi stadi di un progetto di Realtà Virtuale basato su reti di PC. Morì nel 2001.
 
Carl Loeffler e La Mamelle oraganizzarono la – Conferenza sull’uso delle telecomunicazioni per gli Artisti – al MoMa di San Francisco nel 1980; nei primi anni novanta insegnò all’Università di Carnegie Mellon, Pittsburgh, nello Studio per Inchiesta creativa, lavorando per molto tempo con il suo collaboratore Fred Truck sui primi stadi di un progetto di Realtà Virtuale basato su reti di PC. Morì nel 2001.
 
Carl Loeffler collaborò spesso con Fred Truck – un artista/programmatore, concentrato su Des Moines. Nel periodo in cui Loeffler insegnò al Carnegie Mellon di Pittsburgh, Truck mostrò – Il Labirinto – (un progetto artistico interattivo ed una parte del progetto di Loeffler) al – Machine Culture – un’esibizione di installazioni interattive curate da Simon Penny per Siggraph '93 ad Anaheim, California (USA).
 
Carl Loeffler collaborò spesso con Fred Truck – un artista/programmatore, concentrato su Des Moines. Nel periodo in cui Loeffler insegnò al Carnegie Mellon di Pittsburgh, Truck mostrò – Il Labirinto – (un progetto artistico interattivo ed una parte del progetto di Loeffler) al – Machine Culture – un’esibizione di installazioni interattive curate da Simon Penny per Siggraph '93 ad Anaheim, California (USA).
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== Biografia ==
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== Biografia:==
  
  
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La Mamelle, successivamente denominata Art Com, era un distributore di videoarte e organizzava attivamente rappresentazioni internazionali di artisti video, tra cui la serie televisiva PRODUCED FOR TELEVISION, PERFORMANCE ART IN A LIVE BROADCAST SITUATION (prodotto per la televisione, rappresentazione artistica trasmessa in diretta).
 
La Mamelle, successivamente denominata Art Com, era un distributore di videoarte e organizzava attivamente rappresentazioni internazionali di artisti video, tra cui la serie televisiva PRODUCED FOR TELEVISION, PERFORMANCE ART IN A LIVE BROADCAST SITUATION (prodotto per la televisione, rappresentazione artistica trasmessa in diretta).
  
Nel 1986, l’Art Com Electronic Network ha iniziato operazioni come la conferenza ACEN sul “link‿ elettronico di tutta la Terra (WELL).
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Nel 1986, l’Art Com Electronic Network ha iniziato operazioni come la conferenza ACEN sul “link elettronico di tutta la Terra (WELL).
  
“Più di dieci anni fa, l’artista di origine canadese Bill Bartlett che si occupava di telecomputing entrò in Art Com, con occhio critico e portando un terminale, una stampante e un modem acustico combo‿, scrisse Carl Loeffler nel 1991 per presentare “Connectivity: Art and Interactive Telecommunications‿, un numero speciale di LEONARDO. “Ha sollevato il mio ricevitore, ha formato il numero e ha inserito il ricevitore nel coupler. La stampante ha cominciato a distribuire il testo sulla carta. Ha detto qualcosa del genere: ‘Questo è un network per l’arte’ e ha continuato a parlare di connettività e telecomputing. Ho cominciato a interessarmene in quel momento‿.
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“Più di dieci anni fa, l’artista di origine canadese Bill Bartlett che si occupava di telecomputing entrò in Art Com, con occhio critico e portando un terminale, una stampante e un modem acustico combo, scrisse Carl Loeffler nel 1991 per presentare “Connectivity: Art and Interactive Telecommunications, un numero speciale di LEONARDO. “Ha sollevato il mio ricevitore, ha formato il numero e ha inserito il ricevitore nel coupler. La stampante ha cominciato a distribuire il testo sulla carta. Ha detto qualcosa del genere: ‘Questo è un network per l’arte’ e ha continuato a parlare di connettività e telecomputing. Ho cominciato a interessarmene in quel momento.
  
 
ACEN ha ospitato opere artistiche interattive, avvenimenti di network di arte internazionale, un sistema BBS e ART COM MAGAZINE, che si è mosso online con una serie di temi sull’interfaccia dell’arte e le tecnologie elettroniche. “Abbiamo avuto una risposta immediata‿, ha scritto Carl in REFLEX Magazine. “E abbiamo scoperto che la nostra ‘comunità’ nell’ambiente online era effettivamente diversa, una piacevole sorpresa per un’organizzazione artistica interessata ad ampliare il pubblico per l’arte contemporanea‿.
 
ACEN ha ospitato opere artistiche interattive, avvenimenti di network di arte internazionale, un sistema BBS e ART COM MAGAZINE, che si è mosso online con una serie di temi sull’interfaccia dell’arte e le tecnologie elettroniche. “Abbiamo avuto una risposta immediata‿, ha scritto Carl in REFLEX Magazine. “E abbiamo scoperto che la nostra ‘comunità’ nell’ambiente online era effettivamente diversa, una piacevole sorpresa per un’organizzazione artistica interessata ad ampliare il pubblico per l’arte contemporanea‿.
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Ha lasciato la moglie Polly, con la quale era sposato da un anno e mezzo, e un figlio nato da un precedente matrimonio, Carl Jr.
 
Ha lasciato la moglie Polly, con la quale era sposato da un anno e mezzo, e un figlio nato da un precedente matrimonio, Carl Jr.
  
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== Sito web:==
  
== Opere ==
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== Poetica:==
*"[[Art Com Electronic Mall]]"
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'''Art Com Electronic Mall'''
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Ideato da Carl Loeffler e Fred Truck e programmato da quest'ultimo (1989- ), questa rappresentazione popolare virtuale di un centro commerciale è basata in parte sul riconoscimento dello spazio elettronico come territorio. Un centro commerciale può essere visto non semplicemente come un costrutto del consumismo capitalistico ma anche come un funzionale meccanismo per produzione culturale attraverso la disseminazione di prodotti. La distribuzione fa arte facendola comunicare, rendendola accessibile.
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Funzionalmente parlando, l’Electronic Mall rende l’accesso all’informazione e ai prodotti dell’arte contemporanea irrilevante rispetto ad ubicazione geografica e tempo – e impiega la tecnologia della rete di computer come un salone di distribuzione per attività d’arte. L’Electronic Mall attualmente contiene una libreria d’arte, un negozio di video d’arte, e un negozio di software d’arte. Gli acquirenti possono curiosare fra le corsie, vedere le descrizioni dei prodotti d’arte e acquistare articoli online con il cassiere della cassa. Attualmente in produzione dal Normals (aka the Normal Art Group™) è l’opzione di prendere senza pagare al centro commerciale – a vostro rischio!
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== Opere:==
  
== Musei ==
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* [[Artist' use of telecommunications conference]] (1980)
  
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* [[Art Com Electronic Network]] (ACEN) (1986)
  
== Bibliografia ==
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* [[Art Com Electronic Mall]]  (1989)
  
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== Musei:==
  
Carl Loeffler
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"New Audiences for Art and Communication"
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== Bibliografia:==
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'''Testi di Loeffler Carl Eugene'''
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* [[Cronologia e indagine di lavoro dell’attività telecomunicativi]]
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* Carl Loeffler "New Audiences for Art and Communication"
 
REFLEX
 
REFLEX
 
Gennaio-Febbraio 1988
 
Gennaio-Febbraio 1988
  
Carl Loeffler
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* Carl Loeffler "Modem Dialing Out"
"Modem Dialing Out"
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in Roy Ascott and Carl Eugene Loeffler, eds.
 
in Roy Ascott and Carl Eugene Loeffler, eds.
 
"Connectivity: Art and Interactive Telecommunications"
 
"Connectivity: Art and Interactive Telecommunications"
 
LEONARDO 24:2, 1991
 
LEONARDO 24:2, 1991
  
BAD INFORMATION -- http://www.well.com/user/jmalloy/bad.html
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* BAD INFORMATION -- http://www.well.com/user/jmalloy/bad.html
  
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* Fred Truck: [[The death of Carl Loeffler]] (La morte di Carl Loeffler; la fine di un’era)
  
Fred Truck:
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* Malloy Judy, [[Making Art Online]]
THE DEATH OF CARL LOEFFLER; THE END OF AN ERA (La morte di Carl Loeffler; la fine di un’era)
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Con la scomparsa di Carl Loeffler (1946-2001), è finito un periodo importante della mia vita. Molte persone, tra cui Darlene Tong, Bibliotecaria presso la Biblioteca State Art di San Francisco, me lo hanno ricordato in molti modi, ma tutti riflettono una percezione comune. Carl era un sognatore.
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La sua visione non si riferiva a un artista isolato che lavora al suo capolavoro, ma a un gruppo di artisti che lavorano insieme in una struttura collettiva che influenza ampiamente la cultura americana attraverso la loro opera, il modo in cui altre organizzazioni competono, al centro di un oggetto. Per realizzare questa visione di ampia portata, Carl dovette essere in grado di comprendere l’opera di ogni artista con percezione e acume non comuni. Dovette essere in grado di comunicare questa intuizione in modo tale che il contributo all’intera organizzazione, al network, diventasse un mezzo per realizzazioni individuali come anche di gruppo.
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Carl e io lanciammo l’Art Com Electronic Network (ACEN) nel 1986, sebbene avessimo cominciato a lavorarvi insieme due anni prima. Anna Couey si unì al progetto un po’ più tardi. ACEN è stato sul WELL dal 1986 al 1999. Per anni, non c’è stato quasi giorno senza che noi tre fossimo in contatto online o per telefono. Eravamo in contatto anche con molti partecipanti disponibili su scala mondiale, desiderosi di partecipare i loro testi e i loro progetti artistici al nostro network, fra cui John Cage. ACEN è prosperato, non vi era nulla di simile. All’epoca in cui ACEN si sciolse, 13 anni dopo, i nostri interessi sono cambiati, e ognuno di noi si è mosso in direzioni diverse. Era impossibile focalizzare nuovamente le nostre energie.
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Con la morte di Carl, la dispersione è continuata e si è conclusa un’era.
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Ma che grande era è stata!
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Fred Truck – http://www.fredtruck.com/frontend.html  -- realizza stampe digitali usando una varietà di processi, realizza progetti digitali tridimensionali come bronzi, porcellane, cristalli e sculture. La sua mostra "IT'S ALL ABOUT MONEY Mr. Milk Bottle and the Badge of Quality Corporation‿ aprirà alla fine di maggio presso le Steven Vail Galleries.
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Malloy Judy
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·MAKING ART ONLINE
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http://telematic.walkerart.org/timeline/timeline_malloy.html
 
http://telematic.walkerart.org/timeline/timeline_malloy.html
 
 
INTRODUZIONE - Judy Malloy
 
L’ESPERIENZA - James Johnson
 
Robert Edgar
 
PERCHÈ? - John Coate
 
Pauline Oliveros
 
Howard Rheingold
 
Paul Rutkovsky
 
Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz
 
IMPLICAZIONI - Anna Couey
 
Michael Joyce
 
Randy Ross
 
OPERE - Brian Andreas: HALL OF WHISPERS (La sala dei bisbigli)
 
Anna Couey e Lucia Grossberger Morales:
 
MATRIX: WOMEN NETWORKING (Matrix: donne in rete)
 
Judy Malloy: 30 MINUTES IN THE LATE AFTERNOON (30 minuti nel tardo pomeriggio)
 
Sonya Rapoport: DIGITAL MUDRA ONLINE
 
Judy Malloy: BROWN HOUSE KITCHEN
 
MUSICA - Tim Perkis
 
POESIA - Valerie Gardiner
 
Lisa Cooley
 
Ron Buck
 
IL MEZZO - Jeff Mann
 
Robert Dunn
 
Roger Malina
 
Monika Lidman
 
Fred Truck
 
Roger Malina
 
Jim Rosenberg
 
John Quarterman: MATRIX NEWS
 
Jon Van Oast
 
Wolfgang Ziemer-Chrobatzek
 
ART SYSTEMS - Scot Art: SYSTEM X
 
Pavel Curtis: THE LAMBDAMOO LIVING ROOM
 
Bob Gale: ARTBASE MANIFESTO
 
Eleanor Kent: YLEM ONLINE
 
Craig Latta: NETJAM
 
Jeff Mann: MATRIX and INTER/ACCESS
 
Artur Matuck: REFLUX
 
COMUNITÀ - Richard Lowenberg: THE TELLURIDE INFOZONE
 
PUBBLICAZIONI - ISAST: CONNECTIVITY
 
SULLA COLLABORAZIONE - Jesse Cohn
 
Carolyn Guyer: HI-PITCHED VOICES
 
Howard Rheingold
 
MAIL ARTISTS - Chuck Welsh
 
YOUR WORDS? - Judy Malloy
 
 
 
INTRODUZIONE
 
 
Judy Malloy
 
 
MAKING ART ONLINE era un database in divenire di parole di artisti in merito all’uso di sistemi di trasmissione di dati, che faceva parte di uno dei primi siti web riguardanti l’arte -- CSIR’s anima (l’anima di CSIR), stabilito nel 1993. Nel 1993 furono “adattate‿ ed entrarono a far parte del database asserzioni che comunicavano informazioni e idee sull’arte online. Usando quel database io ho realizzato periodicamente MAKING ART ONLINE, un giornale scritto in collaborazione sull’arte online in un’epoca precedente il World Wide Web.
 
 
 
L’ESPERIENZA
 
 
James Johnson
 
 
Per me l’amore è misterioso quanto le telecomunicazioni (se non di più).
 
 
 
L’ESPERIENZA
 
 
Robert Edgar
 
 
Gli artisti di oggi che operano tramite il computer sono improvvisamente catturati nella rete come una farfalla e camminano nel web come un ragno.
 
TERZA CONFERENZA SU COMPUTERS, LIBERTÀ E PRIVACY, 9-12 marzo 1993 p. 5.8
 
 
 
PERCHÉ?
 
 
John Coate
 
 
Io considero le telecomunicazioni per gli artisti primariamente come uno strumento politico. In un clima culturale che attribuisce un valore sempre più basso alla libera espressione nell’arte, è essenziale che gli artisti usino ovunque questi efficienti strumenti di comunicazione per informarsi e mettersi in guardia a vicenda, in modo da aggregarsi per invertire questo andamento allarmante.
 
 
 
PERCHÉ?
 
 
Pauline Oliveros
 
 
Io sono on line fin dal 1986. Ho usato la posta elettronica per discutere progetti con altri artisti che si trovavano in luoghi molto lontani. Questo mi ha permesso di lavorare con persone con cui altrimenti non avrei collaborato. Molti dei miei progetti sarebbero stati impossibili senza la posta elettronica.
 
 
 
PERCHÉ?
 
 
Howard Rheingold
 
 
Poiché sono uno scrittore, trascorrevo le mie giornate da solo nella mia stanza con la mia macchina da scrivere, le mie parole e i miei pensieri. Di tanto in tanto uscivo per intervistare persone o per trovare informazioni. Dopo il lavoro rientravo nella comunità umana dei miei vicini, la mia famiglia e la mia cerchia di conoscenze personali e professionali. Durante la mia giornata lavorativa, però, ero isolato e solitario, e il mio lavoro non mi offriva nessuna opportunità di ampliare la mia cerchia di amici e colleghi. Durante gli ultimi due anni, comunque, ho partecipato a uno scambio ampio, stimolante a livello intellettuale, gratificante sotto il profilo professionale e spesso anche dal punto di vista emozionale, con dozzine di nuovi amici e centinaia di colleghi. E trascorro ancora i miei giorni in una stanza, isolato e livello fisico. Comunque la mia mente è collegata con una miriade di persone (anime) in tutto il mondo, con interessi e idee analoghi (e a volte non così analoghi) ai miei: la mia comunità virtuale. Se vi procurate un computer e un modem, potete unirvi a noi.
 
“Virtual Communities‿, WHOLE EART REVIEW, Inverno 1988
 
 
 
PERCHÉ?
 
 
Paul Rutkovsky
 
 
Che io lavori con giovani studenti residenti in Polonia e che usano il computer, con persone affette da HIV che vivono a Siracusa o con studenti d’arte presso l’Università della Florida, il mio principale obiettivo consiste nel collegare la tecnologia alle nostre vite, nell’eliminare le barriere tra carne e silicio.
 
Dichiarazione per il Telluride InfoZone, 1993 IDEAS Festival, Telluride, CO, Luglio 1993.
 
 
 
 
PERCHÉ?
 
Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz
 
IL CAFFÈ ELETTRONICO
 
 
LA SFIDA: noi dobbiamo creare allo stesso livello in cui possiamo distruggere, se le arti devono assumere un ruolo nel plasmare e rendere umani gli ambienti tecnologici, gli individui e i gruppi artistici devono cominciare a immaginare a un livello molto più ampio di creatività.
 
Noi dobbiamo cominciare a creare allo stesso livello in cui possiamo distruggere, altrimenti l’arte, e più pericolosamente lo spirito umano e l’immaginazione, saranno resi decorativi e deboli.
 
 
Se i confini tra arte e vita si dissolvono, questa sarà la conseguenza dello spostamento degli artisti verso un nuovo ordine di fare arte, abbandonando gli standard e le pratiche convenzionali e diventando “nuovi professionisti‿ o integratori di sistemi, che mettono in pratica situazioni, contesti e ambienti o servizi permanenti. I “nuovi professionisti‿ possono avviare il processo di guarigione delle ferite estetiche che hanno deformato l’attività dell’Arte, e continuare la ricerca estetica in direzioni più pertinenti.
 
 
Devono emergere nuove attività creative, come reti di soluzioni creative multimediali, non semplicemente reti di computer per artisti con attività (lett: ordine del giorno) che possono impegnare gruppi multidisciplinari.
 
Questo richiederà lo sviluppo di nuove abilità e la coltura di relazioni nuove tra i partecipanti. Il movimento è verso il controllo di un contesto significativo, creando ambienti non solo per sostenere l’arte, ma che creino opportunità per nuovi livelli di creatività attraverso tutte le discipline e i confini.
 
 
Il lato scuro del “nuovo ordine dell’informazione mondiale‿ suggerisce che sia creato un nuovo livello estetico. Occorreranno parecchi anni, a partire dal momento in cui comincia questo lavoro, perché reti creative di soluzioni di numeri, livelli, velocità e abilità adatti evolvano verso la maturità.
 
Considerate: collaborare a creare attività non imperialistiche, multiculturali o nazionali per una comunità di tentativi estetici di livello globale. Considerate: la continua reinvenzione di reti di telecomunicazione non gerarchica che permetta alle persone di aggirare “portinai‿ culturali e mediatori di potere. Noi dobbiamo accettare questo genere di sfide e riconoscere che cosa si può ottenere vincendole.
 
 
Tutto questo implica che vi sia un nuovo modo di essere nel mondo. Che il contraltare del livello di distruzione sia il livello della comunicazione, e che il nostro lascito o epitaffio (la nostra eredità) sarà determinato in molti modi dalla nostra capacità di usare in modo creativo le telecomunicazioni e le tecnologie informatiche informali, multimediali, multiculturali, conversazionali.
 
 
 
IMPLICAZIONI POLITICHE
 
 
 
Anna Couey
 
 
L’uso che gli artisti fanno delle reti per creare arte annebbia i confini tra arte e lavoro sociale e politico. Stabilisce un’opportunità per la conservazione di culture distinte e nuovi ibridi. Offre la possibilità della partecipazione pubblica nella creazione di nuove realtà. L’ampiezza della diffusione di queste visioni dipende dalle strutture economiche, legali, sociali e tecniche con cui costruiamo le nostre infrastrutture informatiche.
 
TERZA CONFERENZA SU COMPUTERS, LIBERTÀ E PRIVACY, 9.12 marzo, 1993
 
 
 
 
IMPLICAZIONI POLITICHE
 
 
Michael Joyce
 
 
Questo messaggio invita gli artisti interessati, gli scrittori e altre persone interessate alle risorse della rete per le arti a partecipare a un nuovo e impellente sforzo nazionale per conservare le risorse del computer per le arti sulla “superstrada‿ informatica (o NII, come è stata definita dall’amministrazione Clinton). Poiché è il tempo della sostanza, per favore inoltrate questo messaggio a persone interessate all’interno e al di fuori della nazione e cercate di comprendere e scusate se ricevete più volte lo stesso messaggio.
 
 
Per una semplice coincidenza sono stato recentemente invitato a partecipare a un incontro sul tema tenutosi a Washington, D.C. sull’uso del computer nelle Arti e nelle Scienze umane, ed il NII ospitato insieme dalla Coalition for Networked Information (Unione per le informazioni tramite Internet) e dalla Getty Foundation (Fondazione Getty) (hanno finanziato ARL, CAUSE e Educom). L’incontro ha coinvolto circa venti partecipanti tra cui presidenti o direttori di organizzazioni umanistiche, dell’industria informatica e dell’editoria, come anche funzionari del NEA, NEH e NSF. Il copresidente Charles Henry, Direttore del Vassar College Library, ha dato il tono all’incontro osservando che “è dedicato più spazio nel prospetto NII per discutere del riscaldamento automatico degli edifici federali che all’uso del computer applicato alle arti e alle scienze umane‿.
 
 
Come molti di voi che ricevete questo messaggio, ho avuto l’impressione che qualcuno parlasse a favore dei nostri interessi, nei dibattiti dell’amministrazione Clinton in merito a NII. Comunque nella discussione che è seguita è diventato abbastanza chiaro che non era così. Un certo numero dei partecipanti ha presentato orrori che hanno chiarito che non solo gli interessi delle scienze umane e delle arti non venivano ascoltati, ma anche che, per quanto riguarda l’applicazione del computer alle scienze umane e alle arti, le forze dell’industria dell’intrattenimento (che Stuart Moulthrop ha definito “Complesso Militare dell’Infotrattenimento‿) stavano ampiamente chiamando i colpi. Era ampiamente diffusa tra i partecipanti la sensazione che vi fosse una crisi e che dovesse essere fatto qualcosa.
 
 
Come unico “artista elettronico‿ presente, descrissi la mia partecipazione dicendo che mi sentivo un rappresentante non eletto di una tribù nomade, un rappresentante dei molti artisti, scrittori e altri non rappresentabili (in ambo i sensi), che dipendevano dalla rete come luogo di rappresentazione, comunità, collaborazione e pubblicazione. Suggerii che molti di noi ritenessero che fungevamo da interstizi nelle zone temporaneamente autonome e tuttavia riscontravamo sempre più che la nostra “eredità culturale‿ era la rete stessa.
 
 
Mentre i nostri interessi e quelli delle tradizionali organizzazioni umaniste (quali pubblicazioni universitarie o progetti di archivi testuali) potrebbero avere fini comuni, ho suggerito che condividiamo le preoccupazioni dei partecipanti all’incontro che cercano di conservare e proteggere informazioni, database testuali e biblioteche digitali.
 
I miei commenti sono stati accolti con rispetto e interesse da un gruppo che ha compreso il bisogno di formare alleanze con noi, ma con molta franchezza voleva concentrarsi su quella che considerava come la crisi immediata.
 
 
L’incontro è terminato con un generale accordo sulla necessità di definire una rubrica per le scienze umane e le arti in NII; raccogliere dati sull’uso del computer nelle scienze umane e nelle arti per sostenere le pressioni del congresso; formare alleanze con persone identificate che sostengano questi sforzi. Una dichiarazione di crisi iniziale abbozzata da un comitato direttivo sarà presentata al congresso e all’amministrazione e verrà ampiamente pubblicizzata.
 
 
Ciò che sollecita questo messaggio è un invito a riprendere e forse a unirsi nella firma di questa dichiarazione quando verrà fatta circolare la settimana prossima.
 
 
Poiché per quanto ne so non esiste un gruppo che coordini in rete artisti e scrittori, chiedo alle persone e alle organizzazioni interessate di contattarmi direttamente tramite posta elettronica (MIJOYCE@vassar.edu) e io diffonderò la dichiarazione da considerare.
 
 
Se decidete di aderire voi stessi o la vostra organizzazione alla dichiarazione, io raccoglierò le firme (virtuali) e le inoltrerò al comitato direttivo. Non intendo formare un’organizzazione, ma raccogliere queste firme in un aggregato collettivo che chiamo NAWOC (rete di artisti, scrittori e altre persone interessate). Se qualche organizzazione è già attivamente coinvolta in un progetto simile e preferisce coordinare un impegno di questo tipo, sarei felice di inoltrarle tutte queste informazioni. (Analogamente, se vi è un interesse più ampio nel formare una simile organizzazione, sarò felice di unirmi in quelli sforzi).
 
 
L’importante è agire (almeno per il momento) insieme.
 
 
 
 
 
IMPLICAZIONI POLITICHE
 
 
Randy Ross
 
 
Come rivelano le reti pubbliche di dati, il bisogno di adattare gli interessi e le forze culturali diventa sempre più fondamentale per la pura sopravvivenza dei gruppi indigeni coinvolti. Vi è interesse che le reti pubbliche di dati si aggiungano alla diluizione di “ciò che è già indiano‿. Aggiungo che c’è già troppa confusione relativamente a ciò che è “tradizionale‿ indiano, un termine ampiamente usato a sproposito e poco compreso, a volte anche dagli stessi indiani. Tuttavia, l’atteggiamento culturale che è adattabile alla netiquette (etica di Internet), o le leggi che regolano i diritti di proprietà intellettuale e culturale, sono considerazioni fondamentali quando si lavora con popolazioni indigene. Il concetto di sovranità deve essere interpretato in modo che includa l’accesso a reti pubbliche di dati on-line. La società tribale, che sia il clan, il villaggio, il tiospaye o qualunque altra unità culturale, deve avere un luogo per dire chi è un componente della sua gente e chi non lo è!
 
TERZA CONFERENZA SU COMPUTERS, LIBERTà E PRIVACY, 9-12 marzo 1993
 
 
 
 
OPERE
 
 
Brian Andreas
 
 
HALL OF WHISPERS (Sala dei bisbigli) prende il nome da un antico mito babilonese di una stanza costruita appositamente in una delle ziggurat in cui un bisbiglio sarebbe rimasto vivo per sempre. Io ho un’immagine delle reti elettroniche che bisbigliano senza sosta con le voci di questi tempi. La forma del progetto è illusoriamente semplice: volevo creare una situazione in cui un gruppo di persone potesse condividere l’esperienza di vivere, dove noi potessimo aggregarci intorno a un fuoco (di bivacco) tecnologico, per l’atto profondamente umano di raccontare storie.
 
 
Le linee guida erano molto semplici: ai partecipanti venivano chiesti due elementi. Prima vi era il testo, che si trattasse di una storia, di un’osservazione o di una poesia. Questo era il “bisbiglio‿. Per secondo c’era il “tema‿. Per tema intendevo una semplice distillazione di ciò che questa storia/osservazione/poesia significava per il partecipante. Ogni persona sceglieva il proprio tema per il proprio testo. Una volta che era entrato nella SALA DEI BISBIGLI, altre persone potevano assegnargli altri temi, o collegarlo a una loro storia, o una delle molte storie già inviate là da altre parti del mondo. Il significato non era più individuale e sacro, ma comune.
 
 
Qualcuno ha mandato via fax una storia che tratta di quando sono stati seguiti da un’orda di vespe mentre spillavano succo di frutta tropicale Hi-C durante un picnic in famiglia nello Iowa. Qualcun altro scrive che ogni venerdì sera, quando smette di lavorare (dopo avere terminato il lavoro), si ritrova nel traffico provocato da centinaia di ragazzi (studenti) che escono da scuola e percorrono l’unica strada della loro città nell’Alabama. E qualcun altro scrive tramite e-mail che durante la settimana precedente il Carnevale di Rio, la sua famiglia acquista tutto quello di cui avrà bisogno, come se si stessero preparando in previsione di un uragano; dice che è molto simile ad un ritorno ad epoche primitive. E tutte e tre le storie sono collegate da un tema più ampio.
 
 
La SALA DEI BISBIGLI ha due fasi. La prima fase prevede la circolazione di storie tra i partecipanti sulle reti elettroniche tramite fax, computer e telefono. Molte persone partecipano anche con la posta tradizionale. Gran parte del progetto che io non avevo previsto all’inizio era costituito dalle conversazioni nel mio quartiere. Per persone che non avevano esperienza o interesse a usare Internet, ma avevano una ricca esperienza da condividere, io divenni uno scrivano. Potevo passare le storie in rete e i miei vicini mi potevano raccontare le loro. Divenne una condivisione di doni, che fluiva attraverso i confini arbitrari delle comunità virtuali e fisiche.
 
 
La seconda fase del progetto è ancora in formazione. Mentre sto scrivendo, prevedo le storie con la digitalizzazione delle voce umana, così inizierà letteralmente a bisbigliare. Le stesse interconnessioni delle storie saranno ancora contenute in un database ipertestuale, permettendo ai visitatori di seguire il loro filo personale delle associazioni. Per questo io sto guardando alla possibilità della distribuzione di CD-ROM. Questa fase sarà completata nella prima parte del 1993.
 
 
All’inizio della SALA DEI BISBIGLI io ero interessato a molte cose. Innanzitutto volevo creare una comunità virtuale usando un antico principio della formazione di comunità: la condivisione di storie. In secondo luogo stavo creando un modello di consiglio per comprendere il nostro mondo. Fondamentalmente, il modello del consiglio ha in sé il fatto che nella condivisione si acquisisce una maggiore saggezza. Infine, in un mondo turbolento, è facile perdere di vista le piccole bellezze e i momenti di grazia che si verificano costantemente attorno (intorno) a noi. Volevo che la SALA DEI BISBIGLI desse voce a quel lato di noi stessi che riconosce che questo è un momento di rinnovamento quanto di decadenza.
 
 
Il progetto ha avuto successo? Non lo so con certezza; è ancora molto presto per affermarlo. Ho però parlato l’altro giorno con una delle partecipanti, e le ho domandato che cosa le fosse accaduto. Ecco quello che mi ha risposto: “prima, penso che dovrei scrivere qualcosa. Dovrei rispondere. Ma non lo faccio. Non subito. Invece leggo le storie e comincio a pensare a cose a cui non ho pensato in venti anni. Prendo il mio tempo perché sto cercando qualcosa. Non so che cosa, ma lo saprò quando lo troverò. Io non voglio mandare solo una vecchia storia. È troppo speciale.
 
LEONARDO ELECTRONIC NEWS 3(1), 15 gennaio 1993
 
 
 
OPERE
 
 
Anna Couey e Lucia Grossberger Morales
 
 
MATRIX: DONNE IN RETE
 
 
Matrix (matrice) è una parola antica che ha molti significati. Il significato arcaico di matrix è utero. In “Neuromancer‿, il libro di William Gibson sul cyberspazio, il termine matrix viene usato come sinonimo di rete di computer… una “matrix‿ può essere vista come un ambito che dà nutrimento (nutrice), un ambiente flessibile e creativo in cui sono possibili cambiamento e crescita all’interno del web (tessuto) della matrix stessa.
 
 
Le attuali sfide tecnologiche sono la capacità di scambiare immagini, video e audio tramite piattaforme -- senza che gli utenti debbano avere software speciali per decodificare le trasmissioni. Questo lavoro ha preso due percorsi: all’estremità superiore, la necessità di risorse e larghezza di banda molto elevate, e all’estremità inferiore la larghezza di banda attualmente disponibile e l’impegno verso la disponibilità generale. MATRIX: DONNE IN RETE dimostrerà sviluppi all’estremità inferiore… Il nostro obiettivo nel concentrarci sull’estremità inferiore consiste nel richiamare l’attenzione verso le disparità tecnologiche che ci sono nella nostra società e nel sollevare domande sul loro impatto. Noi speriamo di ampliare il concetto di progressi tecnologici per includere i supporti e le implicazioni sociali e culturali.
 
 
Matrix mette in evidenza i lavori di donne di culture ed esperienze artistiche diverse che operano (lavorano) con le reti di computer come mezzi per creare opere in collaborazione con artisti come anche non artisti, per decentralizzare il processo creativo, per istruire e conservare distinte le loro culture e comunità e fornire l’accesso online (alla rete) a gruppi di popolazioni che altrimenti non vivrebbero nell’era informatica.
 
 
 
Anna Couey e Lucia Grossberger Morales, 1993
 
 
ARTISTI E PROGETTI CHE PARTECIPANO: poesia online, Lisa Cooley (coollit@tmn.com), concorso di poesia in cui è il pubblico a giudicare... Sono messi in evidenza poeti quali Michael Warr (Chicago) e Bruno Navasky (New York).
 
 
"Imagining the Information Age," (Immaginare l’era dell’informatica) Anna Couey (couey@well.sf.ca.us), Una popolosa città di stanze elettroniche in cui a partire da quattro schemi, rappresentazioni immaginarie creano un percorso per il futuro.
 
"Forty Minutes on the San Miguel River," (Quaranta minuti sul fiume San Miguel) Judy Malloy (jmalloy@well.sf.ca.us), una forma creativa narrativa in collaborazione. "Garbage" (spazzatura) Judy Malloy (jmalloy@well.sf.ca.us), Pensi di aver bisogno di un programma di cifratura? Come puoi averne uno? "È facile. Ne scrivo uno e te lo mando gratuitamente. Ma prima devo raccogliere un po’ di “spazzatura‿ adatta -- come le parole e frasi che ho già raccolto dalla letteratura e da conversazioni ascoltate in conferenze sui computer." - Judy Malloy
 
"ProjectArtnet," Aida Mancillas, Chicana, (mancilla@tmn.com) Un libro interattivo di artisti online che documenta Project Artnet, un progetto storico di comunità intergenerazionale che coinvolge arte, poesia, movimento e tecnologia informatica. The "Matrix: Women Networking" (Matrix: donne in rete) installazione video/testi anche animata, documentazione per Project Artnet di Lucia Grossberger Morales, Latina.
 
"Bandana," (Bandana) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux, (c/o afallis@silver.sdsmt.edu)
 
"Changes," (Cambiamenti) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux.
 
"Journey," (Viaggio) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux.
 
"Pink Blue," (Rosa Blu) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux.
 
"Play," (Gioco) Lorri Ann Two Bulls, Oglala Sioux.
 
Vengono mostrati online disegni animati NAPLPS. Two Bulls distribuisce i suoi lavori elettronicamente in condivisione.
 
 
 
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Versione attuale delle 00:06, 27 Nov 2010

Loeffler Carl Eugene

Loeffler Carl Eugene , organizzatore e ricercatore, fu uno dei primi a partecipare a progetti di comunicazione ed a gestire l’organizzazione di artisti; iniziò con La Mamelle, un importante centro di artisti a San Francisco conosciuto poi come Art Com. Art Com fu anche una pubblicazione: Art Com Electronic Network (ACEN). Carl Loeffler e La Mamelle oraganizzarono la – Conferenza sull’uso delle telecomunicazioni per gli Artisti – al MoMa di San Francisco nel 1980; nei primi anni novanta insegnò all’Università di Carnegie Mellon, Pittsburgh, nello Studio per Inchiesta creativa, lavorando per molto tempo con il suo collaboratore Fred Truck sui primi stadi di un progetto di Realtà Virtuale basato su reti di PC. Morì nel 2001. Carl Loeffler collaborò spesso con Fred Truck – un artista/programmatore, concentrato su Des Moines. Nel periodo in cui Loeffler insegnò al Carnegie Mellon di Pittsburgh, Truck mostrò – Il Labirinto – (un progetto artistico interattivo ed una parte del progetto di Loeffler) al – Machine Culture – un’esibizione di installazioni interattive curate da Simon Penny per Siggraph '93 ad Anaheim, California (USA).


Biografia:

Carl Loeffler, fondatore visionario di La Mamelle, ART COM MAGAZINE (rivista di arte e computer) e del Art Com Electronic Network, è morto la scorsa settimana per le complicazioni di una malattia intestinale.

Loeffler fondò l’organizzazione no profit La Mamelle a San Francisco nel 1975 e cominciò a pubblicare LA MAMELLE MAGAZINE. Nel 1976, al 70 della 12a strada di San Francisco aprì i battenti il La Mamelle Arts Center (il centro La Mamelle Arts), una galleria sperimentale per arti concettuali, spettacoli e Videoarte, con un’esposizione di arte di Xerox. Negli anni successivi, altri eventi presso il centro hanno riguardato una serie di rappresentazioni al femminile organizzate da Judith Barry, la mostra WEST COAST CONCEPTUAL PHOTOGRAPHERS e la serie di rappresentazioni artistiche PERFORMING/PERFORMANCE. Nel 1977, con AVALANCHE MAGAZINE a New York, La Mamelle ha partecipato al coordinamento del progetto SEND/RECEIVE, probabilmente la prima trasmissione satellitare bidirezionale tra New York e San Francisco, con trasmissione simultanea a New York e San Francisco sui canali televisivi via cavo.

La Mamelle, successivamente denominata Art Com, era un distributore di videoarte e organizzava attivamente rappresentazioni internazionali di artisti video, tra cui la serie televisiva PRODUCED FOR TELEVISION, PERFORMANCE ART IN A LIVE BROADCAST SITUATION (prodotto per la televisione, rappresentazione artistica trasmessa in diretta).

Nel 1986, l’Art Com Electronic Network ha iniziato operazioni come la conferenza ACEN sul “link elettronico di tutta la Terra (WELL).

“Più di dieci anni fa, l’artista di origine canadese Bill Bartlett che si occupava di telecomputing entrò in Art Com, con occhio critico e portando un terminale, una stampante e un modem acustico combo, scrisse Carl Loeffler nel 1991 per presentare “Connectivity: Art and Interactive Telecommunications, un numero speciale di LEONARDO. “Ha sollevato il mio ricevitore, ha formato il numero e ha inserito il ricevitore nel coupler. La stampante ha cominciato a distribuire il testo sulla carta. Ha detto qualcosa del genere: ‘Questo è un network per l’arte’ e ha continuato a parlare di connettività e telecomputing. Ho cominciato a interessarmene in quel momento.

ACEN ha ospitato opere artistiche interattive, avvenimenti di network di arte internazionale, un sistema BBS e ART COM MAGAZINE, che si è mosso online con una serie di temi sull’interfaccia dell’arte e le tecnologie elettroniche. “Abbiamo avuto una risposta immediata‿, ha scritto Carl in REFLEX Magazine. “E abbiamo scoperto che la nostra ‘comunità’ nell’ambiente online era effettivamente diversa, una piacevole sorpresa per un’organizzazione artistica interessata ad ampliare il pubblico per l’arte contemporanea‿.

Negli anni recenti, Loeffler è stato Direttore di Ricerca SIMLAB presso l’Università Carnegie Mellon. La sua opera ha riguardato l’analisi dell’esistenza all’interno di ambienti di simulazione in rete, nell’ambito della tele-esistenza, dove molteplici utenti condividono o coabitano uno spazio comune distribuito; e la realtà virtuale dell’ambiente network VIRTUAL POMPEII.

Ha lasciato la moglie Polly, con la quale era sposato da un anno e mezzo, e un figlio nato da un precedente matrimonio, Carl Jr.

Sito web:

Poetica:

Opere:

Musei:

Bibliografia:

Testi di Loeffler Carl Eugene

  • Carl Loeffler "New Audiences for Art and Communication"

REFLEX Gennaio-Febbraio 1988

  • Carl Loeffler "Modem Dialing Out"

in Roy Ascott and Carl Eugene Loeffler, eds. "Connectivity: Art and Interactive Telecommunications" LEONARDO 24:2, 1991

http://telematic.walkerart.org/timeline/timeline_malloy.html



Webliografia: