EpidemiC: differenze tra le versioni
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− | Il collettivo italiano | + | Il collettivo italiano [epidemiC] è uno dei pochissimi gruppi in Europa che dichiara apertamente di fare ricerca estetica sui virus informatici, più specificamente sullo sviluppo estetico del codice sorgente, cioè quel testo che dispone e programma l’esecutività di un virus. Alla radice della loro ricerca c’è l’esigenza spiazzante di sovvertire i luoghi comuni sui virus informatici che il sistema dell’informazione ha fino ad oggi prodotto e giocare con la presunta trasparenza della comunicazione digitale. |
La loro teoria incentrata su una possibile «bellezza del codice sorgente» postula un concetto della programmazione come «arte in sé» e non come semplice strumento per produrre opere d’arte. Gaetano La Rosa, esponente del gruppo, scrive: «Negli ambienti informatici c’è già piena coscienza che la scrittura del sorgente dei virus è la prova più alta nell’arte della programmazione. Agli occhi di un non addetto ai lavori quelle stringhe di testo appaiono senza significato e senza importanza. Salvo poi attendere, terrorizzati, l’arrivo dell’ultimo virus. Ma se il codice sorgente è un testo, e non c’è dubbio che lo sia, è a partire da quest’aspetto della questione che dovrà in definitiva giocarsi la partita». La programmazione, così, come ogni altro tipo di scrittura, porta alla ribalta e rende validi criteri come eleganza, proporzione, efficacia e perfino bellezza, presentandosi come un linguaggio creativo a sé stante, e come una stimolante ipotesi di «avanguardia» contemporanea. | La loro teoria incentrata su una possibile «bellezza del codice sorgente» postula un concetto della programmazione come «arte in sé» e non come semplice strumento per produrre opere d’arte. Gaetano La Rosa, esponente del gruppo, scrive: «Negli ambienti informatici c’è già piena coscienza che la scrittura del sorgente dei virus è la prova più alta nell’arte della programmazione. Agli occhi di un non addetto ai lavori quelle stringhe di testo appaiono senza significato e senza importanza. Salvo poi attendere, terrorizzati, l’arrivo dell’ultimo virus. Ma se il codice sorgente è un testo, e non c’è dubbio che lo sia, è a partire da quest’aspetto della questione che dovrà in definitiva giocarsi la partita». La programmazione, così, come ogni altro tipo di scrittura, porta alla ribalta e rende validi criteri come eleganza, proporzione, efficacia e perfino bellezza, presentandosi come un linguaggio creativo a sé stante, e come una stimolante ipotesi di «avanguardia» contemporanea. | ||
− | + | [epidemiC] pone anche l’attenzione sulla relazione che si crea tra mittente e ricevente quando le comunicazioni vengono mediate da un software, smascherando il comune convincimento che un file sia corrotto solo se è illeggibile (cfr. downJones [sendMail]). | |
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Revisione 18:48, 19 Mag 2009
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[epidemiC]
Biografia
Collettivo milanese nato nel giugno 2001, composto da circa 10 elementi: artisti, programmatori, neurologi, critici d’arte, pubblicitari e scrittori, da artisti/programmatori e programmatori/artisti (tra i fondatori Flaminio Guardoli e Luca Lampo).
La loro avventura è iniziata raccogliendo materiale sul codice di programmazione «scritto» per finalità estetiche o agonistiche: Obfuscated Code Context, Demo 7K e soprattutto Virus: programmi belli, ma del tutto inutili. Il nome ed il logo [epidemiC] nacque in occasione della manifestazione D-I-N-A 01. In quell’occasione presentarono - VIRII VIRUS VIREN VIRY - un manifesto sulla bellezza del codice sorgente, mentre il filosofo Franco Berardi Bifo interpretava, come fossero «antichi versi» le quattro pagine del listato - LoveLetter For You -, più conosciuto come: il virus "I Love You". L’effetto stupì anche gli stessi membri del gruppo che non si aspettavano che uno «script» informatico potesse essere eseguito, in modo efficace, anche senza un computer.
[epidemiC] è probabilmente l’unico gruppo europeo che lavora esplicitamente sul potenziale estetico del virus informatico; i progetti di [epidemiC] lavorano sullo sviluppo estetico del codice sorgente, ossia di quel testo che dispone e programma la esecutività di un virus.
Opere
Programma che inserisce nel corpo dell’ e-mail brevi frasi pescate a caso da una lista di sentenze che che alterano o rovesciano il senso finale del messaggio.
- Biennale.py (2001)
Presentato insieme agli 01.org alla Biennale di Venezia nel padiglione sloveno. Il virus, scritto in Phyton, si presenta come un set di istruzioni in cui è possibile riconoscere elementi narrativi.
- AntiMafia (2002)
Software attualmente basato sulla piattaforma Windows che sfrutta il protocollo peer to peer di Gnutella.
Bibliografia
Sito web
Poetica
Il collettivo italiano [epidemiC] è uno dei pochissimi gruppi in Europa che dichiara apertamente di fare ricerca estetica sui virus informatici, più specificamente sullo sviluppo estetico del codice sorgente, cioè quel testo che dispone e programma l’esecutività di un virus. Alla radice della loro ricerca c’è l’esigenza spiazzante di sovvertire i luoghi comuni sui virus informatici che il sistema dell’informazione ha fino ad oggi prodotto e giocare con la presunta trasparenza della comunicazione digitale.
La loro teoria incentrata su una possibile «bellezza del codice sorgente» postula un concetto della programmazione come «arte in sé» e non come semplice strumento per produrre opere d’arte. Gaetano La Rosa, esponente del gruppo, scrive: «Negli ambienti informatici c’è già piena coscienza che la scrittura del sorgente dei virus è la prova più alta nell’arte della programmazione. Agli occhi di un non addetto ai lavori quelle stringhe di testo appaiono senza significato e senza importanza. Salvo poi attendere, terrorizzati, l’arrivo dell’ultimo virus. Ma se il codice sorgente è un testo, e non c’è dubbio che lo sia, è a partire da quest’aspetto della questione che dovrà in definitiva giocarsi la partita». La programmazione, così, come ogni altro tipo di scrittura, porta alla ribalta e rende validi criteri come eleganza, proporzione, efficacia e perfino bellezza, presentandosi come un linguaggio creativo a sé stante, e come una stimolante ipotesi di «avanguardia» contemporanea. [epidemiC] pone anche l’attenzione sulla relazione che si crea tra mittente e ricevente quando le comunicazioni vengono mediate da un software, smascherando il comune convincimento che un file sia corrotto solo se è illeggibile (cfr. downJones [sendMail]).