EpidemiC: differenze tra le versioni
Riga 1: | Riga 1: | ||
− | ''' | + | {{stub}} |
+ | |||
+ | '''[epidemiC]''' | ||
---- | ---- | ||
Riga 5: | Riga 7: | ||
== Biografia == | == Biografia == | ||
+ | Collettivo milanese nato nel giugno 2001, composto da circa 10 elementi: artisti, programmatori, neurologi, critici d’arte, pubblicitari e scrittori, da artisti/programmatori e programmatori/artisti (tra i fondatori Flaminio Guardoli e [[Lampo Luca|Luca Lampo]]). | ||
− | + | La loro avventura è iniziata raccogliendo materiale sul codice di programmazione «scritto» per finalità estetiche o agonistiche: Obfuscated Code Context, Demo 7K e soprattutto Virus: programmi belli, ma del tutto inutili. Il nome ed il logo [epidemiC] nacque in occasione della manifestazione D-I-N-A 01. In quell’occasione presentarono - VIRII VIRUS VIREN VIRY - un manifesto sulla bellezza del codice sorgente, mentre il filosofo [[Berardi Franco|Franco Berardi Bifo] interpretava, come fossero «antichi versi» le quattro pagine del listato - LoveLetter For You -, più conosciuto come: il virus "I Love You". L’effetto stupì anche gli stessi membri del gruppo che non si aspettavano che uno «script» informatico potesse essere eseguito, in modo efficace, anche senza un computer. | |
− | [epidemiC] è probabilmente l’unico gruppo europeo che lavora esplicitamente sul potenziale estetico del virus informatico; i progetti di [ | + | |
+ | [epidemiC] è probabilmente l’unico gruppo europeo che lavora esplicitamente sul potenziale estetico del virus informatico; i progetti di [epidemiC] lavorano sullo sviluppo estetico del codice sorgente, ossia di quel testo che dispone e programma la esecutività di un virus. | ||
== Opere == | == Opere == | ||
− | * | + | * [[downJones (sendMail)]] |
− | + | Programma che inserisce nel corpo dell’ e-mail brevi frasi pescate a caso da una lista di sentenze che che alterano o rovesciano il senso finale del messaggio. | |
− | + | * [[Biennale.py]] (2001) | |
− | + | Presentato insieme agli 01.org alla Biennale di Venezia nel padiglione sloveno. Il virus, scritto in Phyton, si presenta come un set di istruzioni in cui è possibile riconoscere elementi narrativi. | |
− | * | + | * [[AntiMafia]] (2002) |
− | + | Software attualmente basato sulla piattaforma Windows che sfrutta il protocollo peer to peer di Gnutella. | |
− | Presentato insieme agli 01.org alla Biennale di Venezia nel padiglione sloveno. | + | |
− | Il virus, scritto in Phyton, si presenta come un set di istruzioni in cui è possibile riconoscere elementi narrativi. | + | |
− | + | ||
− | * | + | |
− | + | ||
− | + | ||
− | + | ||
− | + | ||
− | + | ||
== Bibliografia == | == Bibliografia == | ||
− | |||
== Sito web== | == Sito web== | ||
− | |||
http://www.epidemic.ws/ | http://www.epidemic.ws/ | ||
== Poetica == | == Poetica == | ||
+ | Il collettivo italiano EpidemiC è uno dei pochissimi gruppi in Europa che dichiara apertamente di fare ricerca estetica sui virus informatici, più specificamente sullo sviluppo estetico del codice sorgente, cioè quel testo che dispone e programma l’esecutività di un virus. Alla radice della loro ricerca c’è l’esigenza spiazzante di sovvertire i luoghi comuni sui virus informatici che il sistema dell’informazione ha fino ad oggi prodotto e giocare con la presunta trasparenza della comunicazione digitale. | ||
− | |||
La loro teoria incentrata su una possibile «bellezza del codice sorgente» postula un concetto della programmazione come «arte in sé» e non come semplice strumento per produrre opere d’arte. Gaetano La Rosa, esponente del gruppo, scrive: «Negli ambienti informatici c’è già piena coscienza che la scrittura del sorgente dei virus è la prova più alta nell’arte della programmazione. Agli occhi di un non addetto ai lavori quelle stringhe di testo appaiono senza significato e senza importanza. Salvo poi attendere, terrorizzati, l’arrivo dell’ultimo virus. Ma se il codice sorgente è un testo, e non c’è dubbio che lo sia, è a partire da quest’aspetto della questione che dovrà in definitiva giocarsi la partita». La programmazione, così, come ogni altro tipo di scrittura, porta alla ribalta e rende validi criteri come eleganza, proporzione, efficacia e perfino bellezza, presentandosi come un linguaggio creativo a sé stante, e come una stimolante ipotesi di «avanguardia» contemporanea. | La loro teoria incentrata su una possibile «bellezza del codice sorgente» postula un concetto della programmazione come «arte in sé» e non come semplice strumento per produrre opere d’arte. Gaetano La Rosa, esponente del gruppo, scrive: «Negli ambienti informatici c’è già piena coscienza che la scrittura del sorgente dei virus è la prova più alta nell’arte della programmazione. Agli occhi di un non addetto ai lavori quelle stringhe di testo appaiono senza significato e senza importanza. Salvo poi attendere, terrorizzati, l’arrivo dell’ultimo virus. Ma se il codice sorgente è un testo, e non c’è dubbio che lo sia, è a partire da quest’aspetto della questione che dovrà in definitiva giocarsi la partita». La programmazione, così, come ogni altro tipo di scrittura, porta alla ribalta e rende validi criteri come eleganza, proporzione, efficacia e perfino bellezza, presentandosi come un linguaggio creativo a sé stante, e come una stimolante ipotesi di «avanguardia» contemporanea. | ||
− | + | EpidemiC pone anche l’attenzione sulla relazione che si crea tra mittente e ricevente quando le comunicazioni vengono mediate da un software, smascherando il comune convincimento che un file sia corrotto solo se è illeggibile (cfr. downJones [sendMail]). | |
== Webliografia == | == Webliografia == | ||
− | http://www.ecn.org/thingnet/reviews/epidemic.html | + | * [http://www.ecn.org/thingnet/reviews/epidemic.html ecn.org] |
− | + | * [http://www.d-i-n-a.net/txt/epidemic-inews_p.html d-i-n-a.net] | |
− | http://www.d-i-n-a.net/txt/epidemic-inews_p.html | + | |
− | + | ||
− | + | ||
[[Categoria:EpidemiC]] | [[Categoria:EpidemiC]] |
Revisione 18:45, 19 Mag 2009
Questo articolo è solo un abbozzo (stub). Se puoi contribuisci adesso a migliorarlo. - Per l'elenco completo degli stub, vedi la relativa categoria |
[epidemiC]
Biografia
Collettivo milanese nato nel giugno 2001, composto da circa 10 elementi: artisti, programmatori, neurologi, critici d’arte, pubblicitari e scrittori, da artisti/programmatori e programmatori/artisti (tra i fondatori Flaminio Guardoli e Luca Lampo).
La loro avventura è iniziata raccogliendo materiale sul codice di programmazione «scritto» per finalità estetiche o agonistiche: Obfuscated Code Context, Demo 7K e soprattutto Virus: programmi belli, ma del tutto inutili. Il nome ed il logo [epidemiC] nacque in occasione della manifestazione D-I-N-A 01. In quell’occasione presentarono - VIRII VIRUS VIREN VIRY - un manifesto sulla bellezza del codice sorgente, mentre il filosofo [[Berardi Franco|Franco Berardi Bifo] interpretava, come fossero «antichi versi» le quattro pagine del listato - LoveLetter For You -, più conosciuto come: il virus "I Love You". L’effetto stupì anche gli stessi membri del gruppo che non si aspettavano che uno «script» informatico potesse essere eseguito, in modo efficace, anche senza un computer.
[epidemiC] è probabilmente l’unico gruppo europeo che lavora esplicitamente sul potenziale estetico del virus informatico; i progetti di [epidemiC] lavorano sullo sviluppo estetico del codice sorgente, ossia di quel testo che dispone e programma la esecutività di un virus.
Opere
Programma che inserisce nel corpo dell’ e-mail brevi frasi pescate a caso da una lista di sentenze che che alterano o rovesciano il senso finale del messaggio.
- Biennale.py (2001)
Presentato insieme agli 01.org alla Biennale di Venezia nel padiglione sloveno. Il virus, scritto in Phyton, si presenta come un set di istruzioni in cui è possibile riconoscere elementi narrativi.
- AntiMafia (2002)
Software attualmente basato sulla piattaforma Windows che sfrutta il protocollo peer to peer di Gnutella.
Bibliografia
Sito web
Poetica
Il collettivo italiano EpidemiC è uno dei pochissimi gruppi in Europa che dichiara apertamente di fare ricerca estetica sui virus informatici, più specificamente sullo sviluppo estetico del codice sorgente, cioè quel testo che dispone e programma l’esecutività di un virus. Alla radice della loro ricerca c’è l’esigenza spiazzante di sovvertire i luoghi comuni sui virus informatici che il sistema dell’informazione ha fino ad oggi prodotto e giocare con la presunta trasparenza della comunicazione digitale.
La loro teoria incentrata su una possibile «bellezza del codice sorgente» postula un concetto della programmazione come «arte in sé» e non come semplice strumento per produrre opere d’arte. Gaetano La Rosa, esponente del gruppo, scrive: «Negli ambienti informatici c’è già piena coscienza che la scrittura del sorgente dei virus è la prova più alta nell’arte della programmazione. Agli occhi di un non addetto ai lavori quelle stringhe di testo appaiono senza significato e senza importanza. Salvo poi attendere, terrorizzati, l’arrivo dell’ultimo virus. Ma se il codice sorgente è un testo, e non c’è dubbio che lo sia, è a partire da quest’aspetto della questione che dovrà in definitiva giocarsi la partita». La programmazione, così, come ogni altro tipo di scrittura, porta alla ribalta e rende validi criteri come eleganza, proporzione, efficacia e perfino bellezza, presentandosi come un linguaggio creativo a sé stante, e come una stimolante ipotesi di «avanguardia» contemporanea. EpidemiC pone anche l’attenzione sulla relazione che si crea tra mittente e ricevente quando le comunicazioni vengono mediate da un software, smascherando il comune convincimento che un file sia corrotto solo se è illeggibile (cfr. downJones [sendMail]).