Orlandoni Massimiliano: differenze tra le versioni

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Revisione 12:40, 19 Mar 2008

Giovanna Bonasegale

Massimiliano Orlandoni. Un linguaggio contemporaneo da una tradizione antica.

Nel 1999 a Venezia, nella sale di Palazzo Querini Dubois, era esposto un nucleo di opere di Massimiliano Orlandoni, La città dei visi perduti: fotografo già noto alla critica e al pubblico per una serie di lavori - Il diavolo sulle colline, Ombre dei pensieri, Attimi d’istante prima della morte - presentati in mostre in Italia e all'estero e successivamente raccolti in volumi. La sua esperienza, la vocazione e l'abilità gli avevano consentito di lavorare per anni a fianco di Mario Giacomelli. L'appartenenza all'ambito della fotografia "pura" sembrava fuori di discussione. Eppure, subito dopo, nel 2000, comincia nelle sue opere fotografiche un dialogo tra fotografia e pittura, che dapprima definirei 'timido' e che nel tempo diventa sempre più stretto e rigoroso, fino a queste opere ultime polimateriche, la cui base, superficie prima, è ancora la stampa fotografica.

Il punto di svolta è fin qui riconosciuto nel ciclo L'isola di Deri, al quale aggiungerei senz'altro la Trilogia della natura, dove, in effetti, compare per la prima volta la pennellata, di tempere colorate, all'inizio quasi incerta, preoccupata, sulla cornice di legno e in piccolissime zone dell'opera, poi via via più sicura, voluta, quasi ardita sopra la superficie fotografica. Una pennellata che non serve più semplicemente a "sporcare" la superficie, ma che integra con fermezza la qualità del lavoro e contribuisce a far assumere al linguaggio di Orlandoni una declinazione sintattica nuova. Così esprime non un cambiamento, ma una modificazione nella sua poetica, avvalendosi sì di una scelta diversa dei mezzi tecnici, ma sapendoli integrare nel rispetto di una riflessione attenta e già consolidata sulla forza espressiva dell'opera. Insisto sul tema 'modificazione della poetica' e non cambiamento, confrontando alcune fotografie dei cicli Ombre dei pensieri (foto a,b,c), Attimi d’istante prima della morte (foto d) e La città dei visi perduti (foto e,f,g) con le opere polimateriche degli anni successivi (foto h, i,l,m).