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Tim Berners-Lee: l'inventore del Web
Ritratto di Tim Berners-Lee, l'inventore del Web, oggi presidente del W3C, l'organismo internazionale che coordina lo sviluppo degli standard del WWW e direttore del laboratorio di Computer Science al Massachusetts Institute of Technology di Boston È il mese di settembre del 1989, Tim Berners Lee, un giovane consulente al Cern di Ginevra, classe 1955, laureatosi nel 1976 al Queen’s College dell’Università di Oxford, redige un breve rapporto, intitolato «Management dell’informazione: una proposta», nel quale presenta delle soluzioni per limitare le perdite di informazioni nel centro di ricerche. In effetti, al Cern, come in molte altre grandi organizzazioni, perdere delle informazioni è all’ordine del giorno. Un danno grave, soprattutto se si tratta di centri e laboratori di ricerca. L’idea di Tim è quella di creare un ambiente di comunicazione universale, decentralizzato, basato sull’ipertesto: il sistema di scrittura che consente di collegare tra di loro diversi documenti come se si trattasse di una tela, una trama di tessuto nella quale tutti gli elementi sono collegati tra di loro. Internet, creata negli Stati Uniti nel 1969, è già una realtà, ma ha un aspetto profondamente diverso da quello attuale. Niente immagini, niente navigazione ipertestuale, nessuna informazione a portata di click: anche i mouse non hanno ancora fatto la loro comparsa sulle scrivanie. Internet è una rete esoterica, riservata a ricercatori e informatici e serve esclusivamente a inviare e ricevere posta elettronica e a recuperare file su computer remoti. Ma, grazie all’intuizione di un giovane consulente, le cose sono destinate a cambiare e al Cern di Ginevra si sta scrivendo una pagina fondamentale della storia della Rete delle Reti.
Nel marzo del 1991, tramite un software scritto da Tim Berners Lee, i ricercatori del Cern possono accedere alla prima pagina Web della storia: l’elenco telefonico del centro di ricerca. Nel mese di agosto, il progetto World Wide Web diventa pubblico e viene messo a disposizione tramite alcuni gruppi di discussione su Internet. Della nuova tecnologia non viene richiesto nessun brevetto, chiunque può utilizzarla senza pagare alcun diritto al Cern o al suo inventore. È la fortuna di Internet, la caratteristica che ha fatto della Rete il sistema più aperto, più facilmente implementabile nella storia dell’informatica. E che gli ha consentito di diffondersi rapidamente, diventando ciò che i suoi inventori desideravano: una vera Ragnatela Mondiale. A chi gli chiede perché non ha brevettato la tecnologia del Web e nemmeno il marchio, Berners Lee risponde: «Se avessi creato la Web Inc. avrei semplicemente dato vita ad un nuovo standard e la diffusione universale del WWW non si sarebbe mai verificata. Perché esista qualcosa come il Web è necessario che tutto il sistema si basi su standard aperti, pubblici». Oggi Tim Berners Lee – che si autodefinisce l’inventore e il protettore del Web – è presidente del W3C, un organismo internazionale che coordina lo sviluppo degli standard del WWW e dirige il laboratorio di Computer Science al Massachusetts Institute of Technology di Boston. E anche lui, come molti altri pionieri di Internet, non è diventato miliardario.
Di Salvatore Romagnolo