The Web Stalker: differenze tra le versioni

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==Titolo:== The Web Stalker
 
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==Autore:== Matthew Fuller, Simon Pope e Colin Green, membri del collettivo inglese I/O/D
 
==Autore:== Matthew Fuller, Simon Pope e Colin Green, membri del collettivo inglese I/O/D

Revisione 20:26, 27 Feb 2007

==Titolo:== The Web Stalker

==Anno:== 1997

Luogo:

==Autore:== Matthew Fuller, Simon Pope e Colin Green, membri del collettivo inglese I/O/D

==Descrizione:== "The Web Stalker" creato nel 1997 da Matthew Fuller, Simon Pope e Colin Green, membri del collettivo inglese I/O/D. Esso si connota dunque come software speculativo - come lo definiscono gli stessi autori - il cui scopo è esemplificare agli occhi dei fruitori una scelta di nuova visualizzazione dello spazio informativo virtuale a un livello di maggiore profondità rispetto al consueto. Cade l'attenzione alla presentazione visiva nel senso grafico dell'espressione (il Web Stalker non supporta infatti alcun formato grafico, riconosce soltanto il linguaggio HTML), per favorire invece l'aspetto di connessione e di intertestualità dei contenuti e la sottolineatura della dimensione temporale dinamica di acquisizione. Una volta installato e lanciato, questo singolare browser permette di esperire la rete in un modo assolutamente inconsueto visualizzando la struttura interna complessiva di ogni sito attraverso un diagramma. . L'ambiente si identifica come una schermata vuota nella quale l'utente disegna una serie di rettangoli con il proprio mouse, ai quali possono essere attribuite sei funzioni predefinite associate ad altrettanti moduli operativi del motore del software: - Crawler: questo modulo è responsabile della connessione alle risorse del World Wide Web; costituito da una linea spezzata in tre segmenti sui quali scorre un puntino luminoso, dà conto all'utente dello stato della connessione all'URL richiesto: il primo segmento riguarda la connessione al dominio specificato; una volta individuatolo il punto luminoso si sposta sul secondo segmento, che fornisce una visualizzazione del processo di lettura della pagina da parte del crawler alla ricerca dei link verso l'esterno in essa ospitati; ultimato questo passo il punto passa quindi nel terzo segmento che, una volta ultimato, testimonia l'avvenuta acquisizione del link esterno, pronto ad essere visualizzato. - Map: la funzione mappa è per certi versi la più interessante del Web Stalker. Man mano che la lettura della pagina procede a carico del crawler infatti, nel box a cui si assegna la funzione di mappatura, si genera dinamicamente una mappa dei collegamenti del documento con l'esterno (i nodi, ovvero le pagine, sono rappresentati con un cerchio, i collegamenti fra di esse con delle linee), in costante evoluzione. E’ interessante notare come lo Stalker restituisca all'utente attraverso questa funzione una profonda consapevolezza della dimensione spazio-temporale del testo in rete, mettendone in risalto i rapporti dinamici e mutanti con i testi collegati. L'utilizzo del software su un sito i cui contenuti vengono aggiornati nello spazio di brevi intervalli di tempo (si pensi agli aggiornamenti a distanza di poche ore di alcuni siti di giornali online o di agenzie di stampa) fornisce risultati sorprendenti e irraggiungibili attraverso i comuni browser: Gli aggiornamenti divengono visibili prima ancora di essere pubblicati, mentre sono in coda nel processo di FTP upload sulle pagine del sito stesso. E’ possibile leggere la notizia prima che essa accada potremmo dire. La dimensione temporale dunque è fluida nella visualizzazione progressiva della mappa e dei contenuti della stessa, ma allo stesso tempo istantanea nel cogliere le novità appena esse si manifestano, in alcuni casi anticipando addirittura la manifestazione. La dimensione spaziale porta ad un'espansione della mappa in ogni direzione (la ricerca di collegamenti fra le pagine procede infatti ininterrotta attraverso tutti i livelli di profondità), visualizzando i collegamenti anziché simulando delle location. La complessità assoluta che la mappa raggiunge (in verità il maggiore ostacolo ad una sua lettura) viene a toccare - nelle intenzioni - la complessità dell'intera Rete. Si cerca di simulare all'interno dell'ambiente del software l'organizzazione e la reticolarità della cornice reale ai contenuti, anziché ingabbiarli in una cornice nitida e chiusa quale quella del comune browser presentativo. - Dismantle: questa funzione è sostanzialmente simile alla precedente, anziché partire però da un preciso URL, essa agisce all'interno del singolo file HTML rintracciando tutti i collegamenti a risorse quali ad esempio immagini, suoni, oggetti, etc. - Stash: funzione simile alla cronologia o history dei comuni browser, fornisce una sorta di blocco per appunti in cui trasferire attraverso un semplice drag&drop dalla mappa gli indirizzi URL di proprio interesse per riutilizzarli separatamente. Il contenuto del box può essere salvato in HTML e fruito su un tradizionale browser. - HTML stream: visualizza nel box il codice sorgente della pagina richiesta. E’ interessante notare come la puntualizzazione sul termine stream non sia casuale. La visualizzazione del codice è infatti dinamica come nel caso della mappa e della funzione extract sotto descritta, per cui il codice viene visualizzato progressivamente man mano che la pagina viene indagata dallo Stalker: la metafora del flusso di dati è dunque perfetta allo scopo. - Extract: portando all'interno del box investito di questa funzione uno qualsiasi dei nodi della mappa, viene visualizzato il contenuto della pagina corrispondente in formato testo, per favorirne la lettura da parte dell'utente. Nonostante il Web Stalker sia un browser di solo testo, questo non diminuisce il suo fascino e la sua importanza concettuale. I/O/D ci offre infatti uno strumento in grado di "rovesciare" la rete ed esplorarne i meandri, invitandoci a riflettere sulle potenzialità inesplorate che un medium come Internet sottende.Descrizione dell'opera, delle tecniche utilizzate, del luogo dove è tuttora esposta