Kaprow Allan: differenze tra le versioni

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Artista e teorico dell’arte, nella sua intensa carriera, '''Allan Kaprow''' si confronta con vari generi espressivi: la pittura, il collage, l'environment, fino alla creazione dell'happening.
  
'''Personaggio o Gruppo:''' Kaprow Allan
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[[Image:Kaprow.jpg|right|frame|Allan Kaprow]].
  
'''Biografia:''' Allan Kaprow nasce nel 1927 ad Atlantic City, New-Jersey. Nella sua breve e intensa carriera, Kaprow passa da un interesse per l’espressionismo astratto (Jackson Pollock) e per il collage che incorpora pitture a più livelli all’assemblaggio. Si iscrive alla scuola di pittura di Hans Hofmann (1947-48) con il quale comincia a sviluppare quello stile espressivo ed energico di action painting, basato sui paesaggi e sulle figure reali, che lo avrebbe condotto successivamente, attraverso un certo numero di tappe ben definite e documentate, agli Happenings di una decade dopo e che sono diventati una pietra di paragone per quasi ogni discussione dei nuovi media in riferimento all’interattività nell’arte.
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Dal 1956 al 1958 Kaprow studia composizione musicale con il compositore di avanguardia John Cage alla New School for Social Research a Manhattan. Nel 1957-58 Kaprow comincia a creare lavori ambientali che richiedono la partecipazione del pubblico (influenzato da Cage) e questa integrazione di spazio, materiali, tempo e persone lo conduce finalmente ai pezzi più sperimentali ed allo sviluppo dei suoi happenings, un termine che conia nel 1959. Kaprow ora insegna al Dipartimento di Arte Visiva dell'Università della California a San Diego.
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'''Sito web:'''
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== Biografia ==
  
è stato usato per descrivere molti spettacoli ed eventi, organizzati da Allan Kaprow e da altri durante gli anni 50’ e 60’, che comprendevano un numero di produzioni teatrali in cui tradizionalmente si invitava il pubblico una limitata interazione (es. applausi): l’idea dell’interattività associata agli Happenings ispirò profondamente molti artisti per decadi.  
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Allan Kaprow nasce nel 1927 ad Atlantic City, New-Jersey, e trascorre la sua giovinezza a Tucson in Arizona.
Kaprow scrisse: «Alcuni di noi probabilmente diventeranno famosi. Sarà una fama ironica costruita largamente da quelli che non hanno mai visto il nostro lavoro». Gli Happenings raggiunsero tale fama perché provocarono il desiderio di rompere la distinzione tra creatore e pubblico – un desiderio ora centrale per molti professionisti dei nuovi media.
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Iscrittosi alla scuola di pittura di Hans Hofmann (1947-48), è sotto la sua guida che comincia a sviluppare quello stile espressivo ed energico di action painting, basato sui paesaggi e sulle figure reali, che lo avrebbe condotto sul lungo percorso di maturazione artistica, culminato nella realizzazione di action-collages e sussessivamente nell’ideazione degli happenings. Dal 1956 al 1958 Kaprow studia composizione musicale con il compositore di avanguardia John Cage alla New School for Social Research a Manhattan. Kaprow riconosce proprio in John Cage e Jackson Pollock le due principali e più feconde influenze che hanno contribuito alla nascita della forma espressiva dell'happening, diventata in poco tempo un termine di paragone trattando di interattività nell’arte. Da [[Pollock Jackson|Pollock]] l’artista riprende il concetto di arte intesa come azione, di pittura che vuole andare oltre la tradizione; in un articolo apparso su ArtNews nel 1958 Kaprow racconta l’esperienza di essersi trovato davanti alle tele di Pollock e di averle trovate “così enormi ed esaurienti‿ da riuscire ad andare oltre la pittura per diventare essere stesse degli ambienti. Da questa suggestione fortissima l’artista riceve il testimone per una nuova forma d'arte in cui l'azione predomina sulla pittura. Il rapporto tra Cage e l’artista ha invece nel 1952 il suo anno chiave: Cage riesce a fondere in uno stesso spettacolo tante discipline: un quadro di Rauschenberg, un balletto di Cunningham, un poema recitato da Richards e Olsen ed un pezzo suonato al piano da Tudor, creando un precedente per numerosi eventi degli anni a venire. Questo lavoro di Cage contiene in sé il germe dell’happening, pur mancando il coinvolgimento attivo del pubblico che nell'happening deve essere necessariamente sottratto al suo ruolo di passività ed immesso in un rapporto attivo con l'evento artistico.  
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E’ così che nel 1957-58 Kaprow comincia a creare lavori ambientali che richiedono la partecipazione del pubblico e questa integrazione di spazio, materiali, tempo e persone lo conduce finalmente ai pezzi più sperimentali ed allo sviluppo in forma definitiva dei suoi happenings. L'Happening si colloca vicino al filone Fluxus ed alla filosofia Gutai internazionale: è una corrente artistica che vede "l'evento" come tema principale dell'opera e considera il tempo un materiale artistico alla stregua di tutti gli altri.  
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Kaprow tiene il suo primo Happening pubblico al Douglass College, New Jersey, nel 1957; nello stesso anno ne tiene un secondo, divenuto famoso, nella fattoria dello scultore George Segal.
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Alla fine degli anni ’60, dopo un intero decennio, fu lo stesso artista a decidere di abbandonare l'uso del termine da lui stesso forgiato – happening – giudicandolo ormai degradato dall'uso; ne adotta un altro – Activities - volutamente neutro, concentrando la ricerca sulle relazioni psico-sensoriali tra individui, sui problemi della percezione e sull'osservazione di particolari aspetti della vita quotidiana.
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Kaprow ha insegnato a Rutgers, Pratt Institute, State University di New York a Stony Brook, ed è stato vice rettore del California Institute of Arts, Los Angeles e alla University of California, San Diego.
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Attualmente Kaprow è Emeritus Professor e insegna stabilmente presso il Dipartimento di Arte Visiva dell'Università della California a San Diego.  
  
'''Opere:''' [[18 Happenings in 6 Parts]] (1959)
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== Opere ==
  
'''Bibliografia:'''
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Allan Kaprow ha realizzato happenings ed environments patrocinati da gallerie private, musei ed istituzioni accademiche nelle principali città americane ed europee.
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Ha tenuto numerose mostre personali e le sue pitture, sculture e collage sono nelle collezioni dei più importanti musei americani ed europei.
  
'''Webliografia:'''
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Fra gli eventi che ha organizzato:
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Apple Strine (1960),
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un servizio per il Dead (1962),
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mangia 1964,
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in una molla accadere (1961)
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Yard (1961),
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Words (1962), 
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la spinta ed il tiro:
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Una Commedia della mobilia per Hans Hofmann,
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18 Happenings in 6 Parts, alla Reuben Gallery di New York (1959)
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A Spring Happening,
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Coca-cola, Cannonball Di Shirley (1960),
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The Courtyard 
  
  
[[categoria:Scheda Kaprow Allan]]
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== Musei ==
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The Newark Museum, New Jersey
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Fine Arts Museums of San Francisco (2 opere)
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MUMOK, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien, Vienna
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== Bibliografia ==
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Kaprow ha pubblicato innumerevoli saggi ed è stato oggetto di numerosi studi.
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Proprio sugli happenings ha pubblicato almeno due testi fondamentali: "Assemblages, Environments, Happenings" (1966), e "Essays on the Blurring of Art and Life" (1993).
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== Sito web ==
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== Poetica ==
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Il termine “Happenings‿ è stato coniato dallo stesso Allan Kaprow durante gli anni 50’ per descrivere una particolare forma di creazione artistica che presuppone la partecipazione del pubblico ed una determinata interazione.
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L’elemento di maggiore innovazione artistica degli happenings è senza dubbio l’interattività, idea che ispirò profondamente molti artisti per decadi. L'happening nasce infatti come una specie di collage multisensoriale, come un'esperienza che coinvolge diverse facoltà percettive - vista, udito, tatto – e costituisce un netto passo avanti rispetto alle forme statiche di arte. Per Kaprow significava un ulteriore passo avanti rispetto alla staticità di cui soffrivano, sebbene assolutamente vivaci ed originali, le sue creazioni action-collages. Con gli happenings l’artista riesce ad introdurre nell’opera la dimensione temporale, facendo partecipare la gente, occupando davvero lo spazio dell’azione. Gli happenings diventarono famosi perché realizzavano il desiderio di rompere con la tradizionale distinzione tra creatore e pubblico, che ancora oggi trova molti seguaci soprattutto nell’ambito dei nuovi media: nell'happening lo spettatore, come semplice osservatore, non esiste più. L'happening necessita infatti sempre della partecipazione del fruitore che viene posto simultaneamente di fronte a nuovi tipi di codici espressivi, sollecitato ad esprimere una reazione sia fisica che psicologica rispetto all'evento; i partecipanti, con la loro presenza, si muovono nell'ambiente, si fondono con esso ed essendo impossibile distinguerli dagli attori diventano attori essi stessi. Un rapporto nuovo fra arte e pubblico, allora, si stabilisce solo a partire da quel momento e dalla possibilità, per gli spettatori, di introdurre dei mutamenti nell'opera, da quando, cioè, essi non "consumano" più, passivamente, ma partecipano alla sua realizzazione.
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Ogni partecipante all’happening porta nell’opera il proprio contributo di vita: è, a un tempo, vissuto dall’opera ma vive anche l’opera. Kaprow impiega i partecipanti come fossero insieme elementi rappresentativi e costitutivi dell'ambiente: tutti diversi ma ciascuno facente parte di un unico disegno generale. Ad amalgamare la composizione artistica ci pensa il suono, il colore e la luce; un po’ come accade nelle creazioni di action-collages dello stesso artista, nelle quali l'assemblaggio casuale di materiali diversi capaci di integrarsi e costituire un insieme, un allestimento ambientale, un environment.
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Con Kaprow l’arte non arriva soltanto a superare il confine esistente tra mondo dell’artista e mondo dello spettatore, ma rompe anche con la tradizione dei luoghi dell’arte, che vuole le opere disposte nelle esposizioni, nei musei, nelle gallerie. Molti dei happenings sono infatti stati effettuati in luoghi assolutamente non convenzionali (per esempio il campo di pallacanestro di "Coca cola, Shirley Cannonball", 1960 oppure  il  cortile di "The Courtyard", 1962). Per la diversa scelta dei luoghi, oltre che per il carattere spontaneo dell’azione e per il non professionismo dei partecipanti, l’happening si contrappone alla rappresentazione teatrale.
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Dei principi dell'happining affermati da Kaprow ricordiamo i sette punti teorici:
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I) La linea tra arte e vita deve rimanere fluida, e la più indistinta possibile.
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II) Pertanto la derivazione dei temi, dei materiali, delle azioni e la loro corrispondenza possono venire fuori da ogni posto o periodo fuori che dalle espressioni artistiche e dal loro ambiente e influsso.
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III) La rappresentazione di un happening dovrebbe avvenire su parecchi spazi, talvolta mobili e mutevoli.
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IV) Il tempo, di pari passo alle considerazioni sullo spazio, dovrebbe essere vario e discontinuo.
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V) Gli happening dovrebbero essere rappresentati una sola volta.
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VI) Il pubblico dovrebbe essere interamente eliminato.
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VII) La composizione di un happening è eguale a quella di un assemblage e di un environment cioè è costituita di un certo collage di eventi in certe misure di tempo e in certe misure di spazio".
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Allan Kaprow risente del dibattito filosofico che contrapponeva negli anni ’50 l'esistenzialismo alla filosofia analitica. Lo stesso artista in una intervista racconta di essere stato colpito particolarmente dal pragmatismo contestualista di John Dewey che sottolineava la fluidità del significato, rapportandolo al contesto in cui una azione viene compiuta e dal suo testo "Arte come esperienza", che legava strettamente l'arte alle altre esperienze umane, alla vita quotidiana.  Sostiene infatti Kaprow che, “mentre gli artisti di oggi, i postmoderni, sono convinti che la storia sia finita, che l'arte sia finita, ridotta a clichés che si possono soltanto rimescolare, combinandoli in un modo o nell'altro‿, la vita è ricchissima, fluida, imprevedibile proprio negli eventi più semplici.
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== Webliografia ==
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www.geocities.com/Athens/Acropolis/5422/kaprow.html
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www.newarkmuseum.org/americanart/html/tour/galleries/labels/kaprow.htm
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www.artcyclopedia.com/artists/kaprow_allan.html
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www.ubu.com/historical/kaprow/kaprow.html
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www.lacma.org/MICNow/artists/Kaprow/kaprows.htm
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www.hozro.it/editor.html
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www.geocities.com/Athens/Acropolis/5422/kaprow.html
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www.fluxus.org/FLUXLIST/kaprow.htm
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www.artmuseum.net/w2vr/timeline/Kaprow.html
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[[Categoria:Kaprow Allan]]
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[[Categoria:Scheda]]
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[[Categoria:Precursori]]
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[[Categoria:Happening]]

Versione attuale delle 15:46, 2 Feb 2007

Artista e teorico dell’arte, nella sua intensa carriera, Allan Kaprow si confronta con vari generi espressivi: la pittura, il collage, l'environment, fino alla creazione dell'happening.

Allan Kaprow
.

Biografia

Allan Kaprow nasce nel 1927 ad Atlantic City, New-Jersey, e trascorre la sua giovinezza a Tucson in Arizona. Iscrittosi alla scuola di pittura di Hans Hofmann (1947-48), è sotto la sua guida che comincia a sviluppare quello stile espressivo ed energico di action painting, basato sui paesaggi e sulle figure reali, che lo avrebbe condotto sul lungo percorso di maturazione artistica, culminato nella realizzazione di action-collages e sussessivamente nell’ideazione degli happenings. Dal 1956 al 1958 Kaprow studia composizione musicale con il compositore di avanguardia John Cage alla New School for Social Research a Manhattan. Kaprow riconosce proprio in John Cage e Jackson Pollock le due principali e più feconde influenze che hanno contribuito alla nascita della forma espressiva dell'happening, diventata in poco tempo un termine di paragone trattando di interattività nell’arte. Da Pollock l’artista riprende il concetto di arte intesa come azione, di pittura che vuole andare oltre la tradizione; in un articolo apparso su ArtNews nel 1958 Kaprow racconta l’esperienza di essersi trovato davanti alle tele di Pollock e di averle trovate “così enormi ed esaurienti‿ da riuscire ad andare oltre la pittura per diventare essere stesse degli ambienti. Da questa suggestione fortissima l’artista riceve il testimone per una nuova forma d'arte in cui l'azione predomina sulla pittura. Il rapporto tra Cage e l’artista ha invece nel 1952 il suo anno chiave: Cage riesce a fondere in uno stesso spettacolo tante discipline: un quadro di Rauschenberg, un balletto di Cunningham, un poema recitato da Richards e Olsen ed un pezzo suonato al piano da Tudor, creando un precedente per numerosi eventi degli anni a venire. Questo lavoro di Cage contiene in sé il germe dell’happening, pur mancando il coinvolgimento attivo del pubblico che nell'happening deve essere necessariamente sottratto al suo ruolo di passività ed immesso in un rapporto attivo con l'evento artistico. E’ così che nel 1957-58 Kaprow comincia a creare lavori ambientali che richiedono la partecipazione del pubblico e questa integrazione di spazio, materiali, tempo e persone lo conduce finalmente ai pezzi più sperimentali ed allo sviluppo in forma definitiva dei suoi happenings. L'Happening si colloca vicino al filone Fluxus ed alla filosofia Gutai internazionale: è una corrente artistica che vede "l'evento" come tema principale dell'opera e considera il tempo un materiale artistico alla stregua di tutti gli altri. Kaprow tiene il suo primo Happening pubblico al Douglass College, New Jersey, nel 1957; nello stesso anno ne tiene un secondo, divenuto famoso, nella fattoria dello scultore George Segal. Alla fine degli anni ’60, dopo un intero decennio, fu lo stesso artista a decidere di abbandonare l'uso del termine da lui stesso forgiato – happening – giudicandolo ormai degradato dall'uso; ne adotta un altro – Activities - volutamente neutro, concentrando la ricerca sulle relazioni psico-sensoriali tra individui, sui problemi della percezione e sull'osservazione di particolari aspetti della vita quotidiana. Kaprow ha insegnato a Rutgers, Pratt Institute, State University di New York a Stony Brook, ed è stato vice rettore del California Institute of Arts, Los Angeles e alla University of California, San Diego. Attualmente Kaprow è Emeritus Professor e insegna stabilmente presso il Dipartimento di Arte Visiva dell'Università della California a San Diego.

Opere

Allan Kaprow ha realizzato happenings ed environments patrocinati da gallerie private, musei ed istituzioni accademiche nelle principali città americane ed europee. Ha tenuto numerose mostre personali e le sue pitture, sculture e collage sono nelle collezioni dei più importanti musei americani ed europei.

Fra gli eventi che ha organizzato: Apple Strine (1960), un servizio per il Dead (1962), mangia 1964, in una molla accadere (1961) Yard (1961), Words (1962), la spinta ed il tiro: Una Commedia della mobilia per Hans Hofmann, 18 Happenings in 6 Parts, alla Reuben Gallery di New York (1959) A Spring Happening, Coca-cola, Cannonball Di Shirley (1960), The Courtyard


Musei

The Newark Museum, New Jersey

Fine Arts Museums of San Francisco (2 opere)

MUMOK, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien, Vienna

Bibliografia

Kaprow ha pubblicato innumerevoli saggi ed è stato oggetto di numerosi studi. Proprio sugli happenings ha pubblicato almeno due testi fondamentali: "Assemblages, Environments, Happenings" (1966), e "Essays on the Blurring of Art and Life" (1993).


Sito web

Poetica

Il termine “Happenings‿ è stato coniato dallo stesso Allan Kaprow durante gli anni 50’ per descrivere una particolare forma di creazione artistica che presuppone la partecipazione del pubblico ed una determinata interazione. L’elemento di maggiore innovazione artistica degli happenings è senza dubbio l’interattività, idea che ispirò profondamente molti artisti per decadi. L'happening nasce infatti come una specie di collage multisensoriale, come un'esperienza che coinvolge diverse facoltà percettive - vista, udito, tatto – e costituisce un netto passo avanti rispetto alle forme statiche di arte. Per Kaprow significava un ulteriore passo avanti rispetto alla staticità di cui soffrivano, sebbene assolutamente vivaci ed originali, le sue creazioni action-collages. Con gli happenings l’artista riesce ad introdurre nell’opera la dimensione temporale, facendo partecipare la gente, occupando davvero lo spazio dell’azione. Gli happenings diventarono famosi perché realizzavano il desiderio di rompere con la tradizionale distinzione tra creatore e pubblico, che ancora oggi trova molti seguaci soprattutto nell’ambito dei nuovi media: nell'happening lo spettatore, come semplice osservatore, non esiste più. L'happening necessita infatti sempre della partecipazione del fruitore che viene posto simultaneamente di fronte a nuovi tipi di codici espressivi, sollecitato ad esprimere una reazione sia fisica che psicologica rispetto all'evento; i partecipanti, con la loro presenza, si muovono nell'ambiente, si fondono con esso ed essendo impossibile distinguerli dagli attori diventano attori essi stessi. Un rapporto nuovo fra arte e pubblico, allora, si stabilisce solo a partire da quel momento e dalla possibilità, per gli spettatori, di introdurre dei mutamenti nell'opera, da quando, cioè, essi non "consumano" più, passivamente, ma partecipano alla sua realizzazione. Ogni partecipante all’happening porta nell’opera il proprio contributo di vita: è, a un tempo, vissuto dall’opera ma vive anche l’opera. Kaprow impiega i partecipanti come fossero insieme elementi rappresentativi e costitutivi dell'ambiente: tutti diversi ma ciascuno facente parte di un unico disegno generale. Ad amalgamare la composizione artistica ci pensa il suono, il colore e la luce; un po’ come accade nelle creazioni di action-collages dello stesso artista, nelle quali l'assemblaggio casuale di materiali diversi capaci di integrarsi e costituire un insieme, un allestimento ambientale, un environment. Con Kaprow l’arte non arriva soltanto a superare il confine esistente tra mondo dell’artista e mondo dello spettatore, ma rompe anche con la tradizione dei luoghi dell’arte, che vuole le opere disposte nelle esposizioni, nei musei, nelle gallerie. Molti dei happenings sono infatti stati effettuati in luoghi assolutamente non convenzionali (per esempio il campo di pallacanestro di "Coca cola, Shirley Cannonball", 1960 oppure il cortile di "The Courtyard", 1962). Per la diversa scelta dei luoghi, oltre che per il carattere spontaneo dell’azione e per il non professionismo dei partecipanti, l’happening si contrappone alla rappresentazione teatrale. Dei principi dell'happining affermati da Kaprow ricordiamo i sette punti teorici: I) La linea tra arte e vita deve rimanere fluida, e la più indistinta possibile. II) Pertanto la derivazione dei temi, dei materiali, delle azioni e la loro corrispondenza possono venire fuori da ogni posto o periodo fuori che dalle espressioni artistiche e dal loro ambiente e influsso. III) La rappresentazione di un happening dovrebbe avvenire su parecchi spazi, talvolta mobili e mutevoli. IV) Il tempo, di pari passo alle considerazioni sullo spazio, dovrebbe essere vario e discontinuo. V) Gli happening dovrebbero essere rappresentati una sola volta. VI) Il pubblico dovrebbe essere interamente eliminato. VII) La composizione di un happening è eguale a quella di un assemblage e di un environment cioè è costituita di un certo collage di eventi in certe misure di tempo e in certe misure di spazio".

Allan Kaprow risente del dibattito filosofico che contrapponeva negli anni ’50 l'esistenzialismo alla filosofia analitica. Lo stesso artista in una intervista racconta di essere stato colpito particolarmente dal pragmatismo contestualista di John Dewey che sottolineava la fluidità del significato, rapportandolo al contesto in cui una azione viene compiuta e dal suo testo "Arte come esperienza", che legava strettamente l'arte alle altre esperienze umane, alla vita quotidiana. Sostiene infatti Kaprow che, “mentre gli artisti di oggi, i postmoderni, sono convinti che la storia sia finita, che l'arte sia finita, ridotta a clichés che si possono soltanto rimescolare, combinandoli in un modo o nell'altro‿, la vita è ricchissima, fluida, imprevedibile proprio negli eventi più semplici.

Webliografia

www.geocities.com/Athens/Acropolis/5422/kaprow.html

www.newarkmuseum.org/americanart/html/tour/galleries/labels/kaprow.htm

www.artcyclopedia.com/artists/kaprow_allan.html

www.ubu.com/historical/kaprow/kaprow.html

www.lacma.org/MICNow/artists/Kaprow/kaprows.htm

www.hozro.it/editor.html

www.geocities.com/Athens/Acropolis/5422/kaprow.html

www.fluxus.org/FLUXLIST/kaprow.htm

www.artmuseum.net/w2vr/timeline/Kaprow.html