Videogame art: differenze tra le versioni
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Revisione 21:42, 12 Feb 2005
VIDEOGAME ART
Negli anni '70 i videogiochi a gettone si affiancano ai flipper, di cui condividono molte caratteristiche. Erano giochi d’azione che impegnavano soprattutto la coordinazione occhio-mano. Sono gli anni del successo di Pong e di Space invaders. Le origini di Space Invaders sono infatti da ricercarsi nella fine degli anni '70, quando il successo di Pong portò un programmatore della Taito specializzato nella costruzione di flipper (tale Toshihiro Nishikado) a cimentarsi con un nuovo gioco incentrato su un attacco alieno alla Terra in cui un'astronave umana caricata a laser doveva eliminare tutte le navi nemiche, il tutto con il solo ausilio di un pulsante per fare fuoco e di una leva per muovere l'astronave. E' con questa idea banale, ma geniale al tempo stesso, che Nishikado portò il modello di Pong a un livello tecnico ancora più alto e sofisticato, creando per la prima volta un avversario "intelligente" gestito da un processore, l'Intel 8080 capace di fare fuoco e di impegnare il giocatore molto più di quanto succedeva nel preistorico Pong.
Nel 1996 il collettivo belga-olandese Jodi.org realizzava il pionieristico SOD, che trasformava le cupe ambientazioni del videogame Castle Wolfenstein, popolato di soldati nazisti, in minimali schermate in bianco e nero.
Da allora il videogame non ha smesso di ispirarli. La loro ultima produzione si chiama Untitled Game e consiste in un pacchetto di quattordici patch differenti che smontano e scarnificano l’estetica dei giochi di partenza, una serie di 12 videogames , nel quale, inverte e modifica la struttura di un gioco elettronico di uso comune e domestico, in questo caso Quake, per proporre al contrario un interessante gioco dal fascino degli anni settanta, vagamente optical, scegliendo al contrario degli sgargianti colori ai quali oramai siamo abituati, l'alternanza essenziale di bianco e nero. Rimangono però i suoni di sottofondo originali, spari, lamenti ed altro. Anche l’artista newyorchese Cory Arcangel nel suo ultimo lavoro sceglie di operare su un videogioco. Si chiama I Shot Andy Warhol ed è un intervento su una cartuccia di un gioco Nintendo, visibile collegando una consolle a un semplice monitor televisivo. Nella versione modificata lo scopo del gioco è quello di sparare a diverse raffigurazioni dell’artista pop evitando altri personaggi che scorrono sulla schermata tra cui il Papa e alcuni musicisti rapper.
Webibliografia
http://random.exibart.com/NotiziaStandard.asp?IDNotizia=5846&IDCategoria=3140
http://www.flashartonline.com/issues/238italia/artware.asp