Istituto Tecnico Galilei - Firenze: differenze tra le versioni
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+ | La presenza di alcuni docenti molto politicizzati, come Vincenzo Simoni, favorì la crescita di un movimento degli studenti molto vivace ed attivo, sempre presente nei cortei studenteschi e nelle assemblee generali. Di fronte all'esigenza di maggiori spazi, giunsero ad occupare la palazzina dell'Istituto Agronomico nella zona di Campo di Marte.<br> | ||
+ | Il potere degli studenti era molto forte, si producevano volantini quasi giornalieri, un giornalino “Il gatto selvaggio”, in due numeri e un numero unico dal significativo titolo “Dalla lotta di classe alla lotta in classe”. Fu un laboratorio anche per molte correnti politiche.<br> | ||
+ | Il sistema con cui funzionava la democrazia interna è significativo: “Gli scioperi non solo furono fatti, ma, prima di dichiararli, venivano sottoposti al voto degli studenti, non per alzata di mano, ma con scheda. Non [era] l'assemblea [a deciderli], andavano classe per classe con l'urna per dire si o no, lo sciopero era [previsto] per un giorno o due dopo. Una volta ha vinto il no e non si è fatto sciopero perché non era sentito. Era proibito non scioperare se aveva vinto il si”, ricorda Vincenzo Simoni. | ||
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Versione delle 17:23, 28 gen 2018
L'Istituto Tecnico Galilei (ora Politecnico Salvemini - Duca d'Aosta) è uno degli istituti di istruzione superiore fiorentini fra i più attivi nel '68 e anni seguenti..
Indice
Indirizzo:
Via Giusti, 27-29, Firenze
Presentazione:
La presenza di alcuni docenti molto politicizzati, come Vincenzo Simoni, favorì la crescita di un movimento degli studenti molto vivace ed attivo, sempre presente nei cortei studenteschi e nelle assemblee generali. Di fronte all'esigenza di maggiori spazi, giunsero ad occupare la palazzina dell'Istituto Agronomico nella zona di Campo di Marte.
Il potere degli studenti era molto forte, si producevano volantini quasi giornalieri, un giornalino “Il gatto selvaggio”, in due numeri e un numero unico dal significativo titolo “Dalla lotta di classe alla lotta in classe”. Fu un laboratorio anche per molte correnti politiche.
Il sistema con cui funzionava la democrazia interna è significativo: “Gli scioperi non solo furono fatti, ma, prima di dichiararli, venivano sottoposti al voto degli studenti, non per alzata di mano, ma con scheda. Non [era] l'assemblea [a deciderli], andavano classe per classe con l'urna per dire si o no, lo sciopero era [previsto] per un giorno o due dopo. Una volta ha vinto il no e non si è fatto sciopero perché non era sentito. Era proibito non scioperare se aveva vinto il si”, ricorda Vincenzo Simoni.
Videopresentazione:
Testimonianze storiche - Video:
Testimonianze storiche - Foto:
Augmented reality:
Latitudine: 43.77668
Longitudine: 11.264987
Altitudine: 50
Portali di augmented reality: App: Layar, Canale: 68
Bibliografia:
Webliografia:
Note:
- ↑ Intervista a Vincenzo Simoni realizzata dalla prof.ssa Adriana Dadà in occasione dello stage I luoghi del '68 a Firenze organizzato dall'Accademia di Belle Arti di Firenze e dal Centro Studi politici e sociali Archivio il sessantotto di Firenze
- ↑ Intervista a Maurizio Lampronti realizzata dalla prof.ssa Adriana Dadà in occasione dello stage I luoghi del '68 a Firenze organizzato dall'Accademia di Belle Arti di Firenze e dal Centro Studi politici e sociali Archivio il sessantotto di Firenze
- ↑ Intervista a Maurizio Lampronti realizzata dalla prof.ssa Adriana Dadà in occasione dello stage I luoghi del '68 a Firenze organizzato dall'Accademia di Belle Arti di Firenze e dal Centro Studi politici e sociali Archivio il sessantotto di Firenze